Il 13 novembre 2015 è un giorno che difficilmente l’umanità sarà in grado di dimenticare: proprio quella sera, alle 21: 20 di un venerdì come tanti altri, il mondo osservava impietrito e scioccato le immagini che le edizioni straordinarie dei telegiornali mandavano in onda in ogni paese, assistendo impotente alla carneficina di Parigi, alle esplosioni nei pressi dello Stade de France dove si stava giocando la partita Francia-Germania, alle sparatorie al ristorante Carillon e al locale Bataclan, in cui moltissima gente si era riunita per assistere al concerto degli Eagles of Death Metal. Nell’assurdità di quelle scene apocalittiche, nelle urla delle persone portate in salvo, nelle loro lacrime, nelle sirene spiegate delle forze dell’ordine e nel caos che, come una furia, si è abbattuto sulla capitale francese, tutti noi abbiamo provato lo stesso orrore, lo stesso brivido lungo la schiena vissuto l’11 settembre 2001. Sembravano le scene viste tante volte nei film americani in cui c’è il terrorista da combattere. Era tutto, terribilmente vero.

130 furono le vittime di quella strage, più di 350 i feriti; fra loro francesi, la maggior parte, ma anche cileni, spagnoli, belgi, portoghesi, tedeschi, una ragazza italiana, Valeria Solesin.

Sono passati quattro anni da quella sera che ha smesso di farci sentire al sicuro nelle nostre case, al ristorante, ai concerti, e il Bataclan, il locale in cui hanno perso la vita 90 persone, è diventato il simbolo di quella tragedia che resterà nei libri di storia delle generazioni future come un’ombra, gravissima, pesantissima.

Oggi, chi è sopravvissuto a quello sterminio cerca di andare avanti con la propria vita, ma non vuole smettere di ricordare quanto subito; così, molti di coloro che sono riusciti a uscire dal Bataclan, perdendo amici, compagni, famigliari, hanno deciso di tatuarsi qualcosa che sia in grado di rammentare loro, ogni giorno, l’importanza della vita che hanno avuto salva, e quella di chi invece, purtroppo, non ce l’ha fatta.

Il fotografo francese Joel Saget, dell’agenzia AFP, ha immortalato i volti e i tatuaggi di queste persone, e ha scelto di pubblicarle proprio in occasione del secondo anniversario dall’attentato. I loro disegni coprono cicatrici, o raccontano storie, sono una memoria indelebile di quella sera o un invito a guardare con serenità al futuro. Per tutti loro, sono il marchio, sulla pelle ma soprattutto sul cuore, di un giorno che nessuno potrà dimenticare.

I segni del Bataclan sulla pelle: i tatuaggi dei sopravvissuti
Fonte: afp
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