La questione dei figli delle coppie omosessuali scatena sempre dibattiti piuttosto accesi fra favorevoli e contrari ma, in qualunque modo la si pensi, la verità è che oggi le coppie dello stesso sesso che desiderano avere figli possono ricorrere a metodi diversi, purché naturalmente nel loro paese di residenza siano garantiti per legge.
Ad esempio, chiunque volesse ricorrere alla maternità surrogata nel nostro paese non potrebbe farlo, dato che questa particolare fattispecie di fecondazione assistita non è legale in Italia, e dovrebbe perciò andare all’estero per ottenerla, indipendentemente dalla propria sessualità o dal fatto di essere single o in una coppia etero od omosessuale.
Ora che – finalmente – gli omosessuali non sono più costretti alla clandestinità ma possono vivere alla luce del sole le proprie storie d’amore come chiunque altro (ma non va dimenticato che in alcuni paesi l’omosessualità è ancora considerata un crimine punibile talvolta persino con la morte), il desiderio di maternità o paternità per alcuni di loro è molto forte e, anche nel mondo delle celebrity, sono davvero tante le star che hanno adottato dei bambini o che sono ricorsi ai metodi di fecondazione assistita per averne, da Elton John fino a Ricky Martin, padre di tre bambini.
Un’altra coppia molto famosa del mondo dello spettacolo è quella formata da Neil Patrick Harris e David Burtka, legati dall’aprile del 2004 e sposati dal 2014 (hanno scelto l’Italia per le loro nozze).
Nel 2010 la coppia ha deciso di ricorrere alla maternità surrogata per avere i gemelli Harper Grace e Gideon Scott.
Siamo stati insieme per un po’ di tempo prima che arrivassero i ragazzi – ha dichiarato in passato Burtka – quindi hai questo legame speciale ma a quel punto arrivano i bambini e tutto si muove, è come un globo di neve. Da compagni, diventate genitori e la vostra relazione cambia, cambiate come persone … E dovete semplicemente essere aperti a cambiare e sapere che le cose prenderanno una svolta diversa.
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Il profilo Instagram di Harris è un vero repertorio di momenti familiari teneri, che scaldano il cuore. Loro sono famosi e in un certo senso sono diventati l’emblema della felicità che i genitori omosessuali possono trovare nel riconoscimento di diritti. Ma vediamo insieme quali sono le varie opzioni di concepimento e adozione che si possono percorrere. Tpi li ha riuniti insieme.
Una famiglia molto unita
Neil e David con i loro gemelli, avuti da madre surrogata nel 2010. Negli anni sono sempre rimasti in contatto con la donna che ha portato avanti la gravidanza.
I metodi per avere figli per le coppie omosessuali: procreazione medicalmente assistita
È un insieme di trattamenti in cui i gameti maschili e femminili vengono uniti a formare l’embrione. È possibile in Belgio, Danimarca, Finlandia, Regno Unito, Grecia, Paesi Bassi, Spagna e Svezia.
In Italia la procreazione assistita è disciplinata dalla legge 40/2004, ma è espressamente vietata per coppie dello stesso sesso, potendo accervi solo le assistita coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi, come recita l’articolo 5.
Vediamo quali sono questi trattamenti possibili.
Inseminazione eterologa
Riguarda soprattutto le donne omosessuali: si ricorre a un donatore esterno ed è però una delle due donne della coppia a portare a compimento l’intero percorso della gravidanza.
Fecondazione in vitro
Anche questo riguarda le donne, ma la fecondazione avviene strettamente in vitro e cioè non all’interno del corpo della donna.
Dopo la Fiv-et gli embrioni selezionati sono trasferiti tramite una cannula sottile nell’utero della donna dopo due o tre giorni.
Embriodonazione
La fecondazione in vitro avviene con lo sperma di un donatore e gli ovuli di una donatrice, entrambi provenienti da donatori anonimi.
Ovodonazione
Si tratta di una tecnica di fecondazione assistita di tipo eterologo, in cui si ha la donazione di ovociti da una donna a un’altra. È usata soprattutto qualora ci di trovi di fronte a ripetuti insuccessi di fecondazione artificiale condotta con gli ovociti della stessa paziente.
Ricezione di ovociti della partner
Chiamata anche Ropa, si tratta dell’ovodonazione con doppia maternità, in cui una delle due donne della coppia fa fecondare in vitro i propri ovuli, che vengono poi impiantati nell’utero della compagna, la quale porta avanti la gravidanza, con il patrimonio genetico della propria partner. Questa tecnica è disponibile solo per coppie di donne sposate ed è prevista in Spagna e in Belgio.
Sostanzialmente a questo tipo di fecondazione partecipano le due donne della coppia con il seme di un donatore anonimo.
Maternità surrogata
L’immagine è tratta dal telefilm The Handmaid’s Tale, che parla di un futuro distopico in cui cui le pochissime donne fertili sono obbligate a essere madri surrogate. In realtà la maternità surrogata è qualcosa di meno controverso rispetto a come viene dipinta. In alcuni Paesi è assolutamente gratuita e volontaria (Belgio, Danimarca, Irlanda, Lettonia, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria) e anzi si vieta qualsiasi forma di lucro e quindi anche di sfruttamento femminile. Ci sono Paesi in cui la pratica è regolamentata, anche se in modo differente e sono Grecia, Regno Unito, Cipro, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Estonia e Lituania.
In Italia attualmente la maternità surrogata non è consentita, come spiega espressamente la legge 40 del 2004 all’articolo 12.
Adozione
È consentita in Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Svezia, Norvegia, Danimarca, Austria, Islanda, Israele, Stati Uniti, Canada, Argentina, Brasile, Uruguay, Sudafrica, Finlandia, Andorra, Colombia, Irlanda, Malta, Portogallo e Nuova Zelanda.
Stepchild adoption
È consentita in Germania, Svizzera, Estonia e Slovenia. Si tratta della possibilità del partner di adottare il figlio naturale del compagno o della compagna. La questione è stata molto dibattuta durante la discussione della legge Cirinnà in Italia, ma in realtà non è una pratica espressamente vietata: la decisione può essere rimessa, di volta in volta, nelle mani di un magistrato.
In realtà nel nostro paese la stepchild adoption, per coppie eterosessuali, è disciplinata sin dal 1983 con la legge 4 maggio 1983, n. 184 Diritto del minore ad una famiglia e permette l’adozione del figlio del coniuge, mentre, per quanto riguarda le coppie omosessuali, è riconosciuta, per via giurisprudenziale, già dal 2014.
All’articolo 3 della legge sulle unioni civili del 2016 si legge “resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozioni dalle norme vigenti”, specificando proprio che spetta alla magistratura pronunciarsi caso per caso sul tema delle adozioni per le coppie gay. Ad esempio, nel 2014, il Tribunale dei Minori di Roma stabilì che “considerando che l’obiettivo primario è il bene superiore del minore“, e permise a una donna di adottare la figlia naturale della compagna.
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