Iacopo Pasqui ha scelto di raccontare una generazione attraverso gli scatti della sua macchina fotografica, con i quali ha voluto di mostrare i millennials, quei ragazzi nati a cavallo degli anni 2000. L’opera si chiama “1999” ed è un lavoro fotografico impattante oltre che significativo del quale abbiamo sentito il bisogno di condividere gli intenti, l’esito e ancor di più la bellezza.
Con millennials, fin troppo spesso, si appone un’etichetta discriminatoria addosso ai ragazzi conosciuti come generazione social, i figli della dirompenza digitale. Pasqui ha lavorato a stretto contatto con un gruppo di adolescenti, impegnandosi a smussare quei luoghi comuni da demolire, quei miti da sfatare, ma ancor di più per far rilucere le identità da rivendicare.
I ragazzi coinvolti si chiamano Alessio, Chicca, Flavio, Francesco, Irene e Rebecca. Si sono messi a disposizione offrendo – ognuno a modo suo – valori, sogni, illusioni, ma ancor di più l’essenza di ciò che sono. Un esperimento fotografico che si è trasformato in un vero e proprio viaggio alla scoperta di un mondo che si mette in mostra, ma che non si vuole far conoscere, complice lo schermo di un telefono o di un computer, che protegge e mette al riparo dal contatto umano.
Ma sono così tecnologici i millennials? In realtà secondo Pasqui sono meno tecnologici di quanto si possa immaginare, non si negano droghe leggere occasionalmente e affrontano la sessualità in modo consapevole. Non ostentano e non hanno bisogno di eccessi portati all’estremo per distinguersi. L’immagine che sono riusciti a offrire, con spontaneità e sincerità, di questo frammento di una generazione risulta smart, ma il termine è inteso come intelligente, brillante e capace.
Le fotografie che abbiamo scelto di condividere con voi non sono corredate da didascalie oppure titoli, noi abbiamo estrapolato alcuni estratti dall’intervista rilasciata da Iacopo Pasqui all’Huffington Post, per raccontavi qualcosa in più su questo progetto fotografico e – ancor di più – per farvi conoscere da vicino questi giovani sorprendenti.
1999 - Iacopo Pasqui
Ho avuto la fortuna ed il piacere di incontrare dei ragazzi straordinari, che conservavano la purezza e l’ingenuità degli anni migliori.
1999 - Iacopo Pasqui
Questi giovani, o almeno alcuni della loro generazione, potrebbero fare la differenza.
1999 - Iacopo Pasqui
Credo che molti di loro abbiamo bisogno di riferimenti, di messaggi ed esempi validi da seguire.
1999 - Iacopo Pasqui
Loro si sono mostrati entusiasti fin da subito e, a parte qualche episodio, si sono aperti con semplicità. Credo si sentissero liberi.
1999 - Iacopo Pasqui
Avevamo molte cose da condividere e mi sentivo un po’ come un fratello maggiore; certe volte mi sembrava davvero di essere nel 1999.
1999 - Iacopo Pasqui
L’aspetto che più mi ha colpito della vita di questi ragazzi è la purezza, ma anche la semplicità, l’ingenuità e la loro poetica.
1999 - Iacopo Pasqui
Molti di loro credo si sentano veramente liberi nonostante il peso della nostra contemporaneità.
1999 - Iacopo Pasqui
Mi ha colpito molto il fatto che non avessero bisogno degli eccessi per sentirsi fighi, e questo, mi sembra un presupposto di grande intelligenza.
1999 - Iacopo Pasqui
La cosa più divertente è stata assistere alla nascita e all’evoluzione della storia d’amore tra due di loro. Sono un romantico.
1999 - Iacopo Pasqui
Guardo alla necessità del fare fotografie, cerco di ritrovare la poetica delle cose che inevitabilmente la quotidianità ti porta in qualche modo ad offuscare.
1999 - Iacopo Pasqui
Guardo come sempre alla curiosità, a ciò che mi sembra insolito e strano, a ciò che ci sembra banale e al bello dell’essere banali infischiandomene se piaccia o meno.
1999 - Iacopo Pasqui
Gli adolescenti mi sembravano bombe pronte ad esplodere da un momento all’altro.
1999 - Iacopo Pasqui
C’è da dire che oggi, forse più che mai, il contesto sociale e familiare ha un ruolo fondamentale e se di buon esempio e di forte carattere, può solo fare del bene. Credo che molti di loro abbiamo bisogno di riferimenti, di messaggi ed esempi validi da seguire.
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