"Non mi chiedete quando farò un figlio", Andrea Delogu sulla maternità
Genuina e schietta come sempre, Andrea Delogu parla ha 360° di tutto, dall'infanzia a San Patrignano fino alle domande "scomode" sulla maternità.
Genuina e schietta come sempre, Andrea Delogu parla ha 360° di tutto, dall'infanzia a San Patrignano fino alle domande "scomode" sulla maternità.
Andrea Delogu è forse, fra le conduttrici italiane, una delle più spontanee, aperte e che non nasconde niente al pubblico, neppure una parte dolorosa del proprio passato.
Volto di Dance Dance e voce di Radio2, Andrea è una abituata a dire spesso e volentieri ciò che pensa, soprattutto quando, con le sue parole, può inviare messaggi positivi alle persone.
Tanto che recentemente, durante i Lunatici, proprio su Rai Radio2, dove conduce il format ‘La Versione delle Due’, ha parlato a chiare lettere di tutto, maternità compresa: sposata da quattro anni con l’attore Francesco Montanari, la conduttrice ha detto:
Alcune agenzie danno a 1.75 il fatto che io e Francesco avremo un figlio entro il prossimo anno. Siamo arrivati al punto di scommettere su una cosa del genere? È una roba così folle che mi è sembrata una pazzia. Come può sapere un estraneo qual è la realtà delle cose? È come quando un estraneo ti chiede quando fai un bambino.
Non le chiedete quando farà un figlio, tuona Andrea: non potete sapere se mettete in difficoltà una persona, con una domanda del genere.
La Delogu, come detto, è sempre stata molto trasparente e chiara nei suoi modi di fare, come quando “svelò” i trucchi del dietro le quinte, tutto ciò che si nasconde nell'(apparentemente) dorato mondo della televisione e dello spettacolo, postando questa immagine.
Ieri ho postato questa foto nelle storie con la dida ‘I love Pancerina’ e ragazze, mi avete scritto in tantissime stupite nel vedere che un asso nella manica sia proprio la guaina alla Beyoncé. Vi prego di credermi, quello che vedete in tv non è la realtà, è una realtà filtrata, con ore di trucco e parrucco, con vestiti cuciti alla perfezione addosso e con escamotage per compattare il tutto: calze velate (non ve ne siete mai accorti quindi non fate le facce schifate) pancere, reggiseni pushup e sopratutto luci giustissime.
Voler assomigliare ad un’immagine trasmessa dalla tv è come voler assomigliare ad un filtro Instagram, è impossibile. È spettacolo, show, come un palco teatrale, ci si prepara, si indossa un ‘costume’, un costume che amo tantissimo ma è sempre un costume. Insomma se mi piace un abito e lo voglio mettere opto per la pancera e non rinuncio al piatto di pasta e so che mi capite. Vi amo.
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Andrea Delogu (@andrealarossa) in data:
Andrea si è quindi unita alla – nutrita – schiera di celebrity che invitano a guardare social, immagini patinate e, più in generale, l’aspetto delle star con l’occhio critico di chi è consapevole del fatto che sia il risultato di un lavoro di “costruzione”, e che ostinarsi a voler raggiungere un presunto ideale di bellezza forzatamente “artefatto” non sia, per ovvie ragioni, possibile.
Il che, attenzione, non vuol dire che le star che tanto ammiriamo non siano belle, ma solo non perfette. Che, ovviamente, è profondamente diverso.
Con la solita genuinità e senza filtri (letteralmente) Andrea ci ha ricordato una volta di più quanto il mondo di filtri e artifici estetici sia appetibile, ma che comunque non è la verità. E adesso anche che dobbiamo smetterla di arrogarci il diritto di sindacare e giudicare la vita privata delle persone, siano esse personaggi pubblici o meno.
E, vista la voce da cui proviene, abituata a non celare nulla di sé, neppure le parti più dolorose della sua vita, possiamo giurare che sia tutto vero.
Sfogliate la gallery per conoscere altre curiosità e la storia d’infanzia di Andrea Delogu.
Una delle immagini più recenti postate da Andrea.
Mio padre, mia madre e mia sorella lavorano tutti e tre in ospedale a Rimini e a Milano e mi raccontano il loro percorso emotivo – ha dichiarato – Ora stanno un pochino meglio, almeno loro vedono una luce in fondo al tunnel. Un mese fa parlando con mia mamma mi si era spezzato il cuore dalla preoccupazione. Sono molto contenta. Anche se ho 37 anni, sono grande, resto sempre figlia.
La mattina lo odio, il pomeriggio gli voglio bene e la sera lo amo alla follia – dice Andrea di Francesco – Lui la mattina mi sta lontano, ha capito come prendermi, ha trovato un equilibrio. Ieri l’ho mandato a comprarmi gli assorbenti. Non pensavo fosse così difficile per voi uomini. Ne ho parlato in alcune storie su Instagram, non avete idea dei messaggi che mi sono arrivati dagli uomini che dicevano di capirlo, e dicevano che noi donne vogliamo mettere in trappola gli uomini mandandoli a prendere gli assorbenti. Lui alla fine è riuscito a prendere quelli giusti. Un’altra prova superata.
[…] Si è parlato tanto delle follower che gli scrivono su Instagram? Io sono una peperina, ci sorrido. Quelli che magari fanno apprezzamenti con me sono sempre molto diretti. Invece tutti i commenti che ho visto sul profilo di Francesco. Mi hanno colpito per quantità. Erano tutti tentativi di intraprendere un approccio importante, mentale, con allegate foto e numeri di telefono. Non ce l’ho e non ce l’avrò mai con la singola persona che tenta un approccio con un uomo che le piace e che fa un lavoro pubblico. Ma mi ha colpito quante fossero. Mi sono sentita un po’ sola. Almeno aspettate che esca la notizia che siamo in crisi.
Quello che vedete in tv non è la realtà, è una realtà filtrata, con ore di trucco e parrucco, con vestiti cuciti alla perfezione addosso e con escamotage per compattare il tutto: calze velate (non ve ne siete mai accorti quindi non fate le facce schifate) pancere, reggiseni pushup e sopratutto luci giustissime. Voler assomigliare ad un’immagine trasmessa dalla tv è come voler assomigliare ad un filtro instagram, è impossibile.
Scrive Andrea nel post Instagram.
Si chiama Dove finiscono le parole, e racconta in modo leggero la dislessia, problema che interessava la stessa Andrea. A Il Messaggero ha spiegato:
Dove finiscono le parole è un libro scritto con i caratteri tipografico ideali per facilitare la lettura per i dislessici come me. Un fenomeno che tocca 250 mila ragazzi nelle scuole italiane. Io devo tutto ad una prof di matematica: vedeva che capivo le regole e sbagliavo le espressioni. Ma io confondevo un numero con l’altro.
Andrea oggi è felice accanto al suo uomo, l’attore Francesco Montanari, con cui si è sposata nel 2016. Nel 2019 ha descritto a Vanity Fair i suoi primi tre anni da moglie.
Mi sembra ieri. Siamo spesso lontani per lavoro: io torno, lui parte. Spesso ci incontriamo a Fiumicino e limoniamo come ragazzini. L’intensità del sentimento non cambia. Del resto, ci apparteniamo. Francesco è la persona che più mi conosce al mondo e viceversa.
Ci siamo incontrati per la prima volta a una festa, lui mi ha chiesto più volte di uscire ma io ho sempre detto di no, avevo paura a frequentare uno così famoso, sono molto gelosa.
Ha raccontato Andrea a Vanity Fair in un’altra intervista. Quando finalmente ha “ceduto”, Francesco si è presentato con un regalo – a detta di Andrea – davvero orribile:
Un paio di scarpe orribili: a fiori, tacco medio e di una misura più piccola. Lì per lì, mi sono offesa. Ho pensato: ‘Ma guarda questo già mi vuole vestire, non vado bene per lui?’. Poi ho capito che dal suo punto di vista era un modo per dimostrare che ci teneva. E in più aveva ingaggiato anche un mago per intrattenermi durante la cena.
Per l’emozione, Francesco passò la serata a bere e, a fine appuntamento, era praticamente ubriaco. Così, quando la donna tornò a casa era sicura al 100% che non l’avrebbe mai più voluto incontrare:
Gli ho dato un leggero bacio d’addio sulle labbra, ma lui mi ha stretto al muro e ha iniziato a baciarmi.
Alla fine, però, Francesco ha avuto la meglio ed è riuscito a far breccia nel cuore di Andrea.
Andrea racconta a Vanity Fair com’è la vita insieme al suo Francesco, delle due personalità completamente diverse ma che, a quanto pare, compongono l’incastro perfetto:
Io sono caotica, appassionata di musica elettronica, sono spesso in viaggio, ho un cane… Lui, invece, vive circondato da attori, ama le cene con gli amici fino a notte fonda, non si annoia mai.
I due si sono sposati due volte: una con rito civile in comune e l’altra con rito religioso in una chiesetta appena fuori Roma, immersi tra la bellezza di un panorama tutto verde.
Dopo il fatidico sì, i due hanno festeggiato con una festa tipicamente country, tra musica rock, i dj set, tanti brindisi e un “ti amo urlato fortissimo“.
Il 30 gennaio del 2014 è uscito in tutte le librerie La Collina, il libro scritto da Andrea Delogu e dallo scrittore Andrea Cedrola (in foto) che racconta una storia ispirata alla sua vita (e a quella della sua famiglia) nella comunità di San Patrignano.
Un romanzo che unisce la storia di una famiglia a quella di tante altre che hanno abitato in quella comunità vivendo con la speranza che possano, un giorno, rivedere la luce. Un racconto appassionato di tanti destini: c’è chi si salva e chi viene sommerso.
Andrea nel 2016 si è raccontata a cuore aperto in un’intervista per Ok Salute. Racconta com’è cambiata la sua vita dopo essere andata in analisi per capire se stessa:
Non ho più paura di sbagliare, di accettare le mie debolezze e il mio incessante bisogno di dimostrazioni di affetto. Ho sempre più voglia di fare il mio lavoro di conduttrice e comunicatrice creando empatia col pubblico, cosa possibile solo riuscendo a essere me stessa, anche di fronte a una telecamera.
Non credo sia un caso che la mia carriera abbia iniziato a decollare proprio da quando mi sento più libera e serena. E per questo continuo, a tre anni dalla prima volta, a sottopormi alle sedute analitiche una volta a settimana.
Andrea nasce il 23 maggio del 1982, a Cesena.
Ha passato la sua infanzia a San Patrignano, una comunità fondata per aiutare i tossicodipendenti a liberarsi dalla droga:
È stato come vivere in guerra
Ha raccontato quando ha trovato il coraggio di parlare di quel periodo, poi affrontato anche in un libro semi-autobiografico, La collina.
Era la fine degli anni ’70 quando i genitori di Andrea, come quelli di altri bambini, affidavano la propria salvezza e quella dei loro figli a Vincenzo Muccioli – capo indiscusso nonché fondatore della comunità di San Patrignano – per liberarsi dall’eroina.
In un’intervista rilasciata a Repubblica nel 2014 Andrea lo ha definito un “dio” che si poteva vedere e toccare, era considerato il padre di tutti; una persona che imponeva regole molto rigide e punizioni molto pesanti:
L’ho capito solo in seguito. Quando siamo andati via avevo dieci anni e sono tornata a rivedere quei luoghi solo molti anni dopo.
La comunità di San Patrignano aveva regole molto rigide e vigeva un obbligo fondamentale: obbedire.
Quando mio padre conobbe mia madre gli chiese il permesso per frequentarla. Era lui a decidere se potevano stare insieme. All’interno della coppia mia mamma era più ribelle rispetto a papà.
Fu grazie a lei, infatti, che Andrea non si perse dietro alla figura del padre-padrone e non lo considerò mai né un “dio”, né il “sostituto” di quelle famiglie che non riuscivano a liberarsi dall’eroina (come da lui detto e ridetto costantemente)
Nonostante la consapevolezza di vivere in un mondo completamente diverso da quello dei bambini della sua età, Andrea seguiva rigorosamente la sua famiglia, e questo la faceva vivere in maniera serena perché così facendo si sentiva al sicuro.
Amavo il mondo della comunità. In collina si viveva senza soldi, a contatto con la natura, conoscevo tutti. Non c’erano vizi. Nessuna differenza fra le persone. Tutti avevano da mangiare.
Nonostante la sua apparente serenità, Andrea sapeva molto bene che quello non era un mondo così pacifico. Vedeva le persone con i lividi, e questo perché venivano punite ogni volta che cercavano di scappare.
Ovviamente, essendo una bambina innocente, Andrea non pensava che ci fossero chissà quali motivi dietro a quelle macchie scure doloranti impresse sulla pelle.
Vedevo persone con dei lividi, ma pensavo che ci fosse un motivo. Mi fidavo degli adulti, non stava a me chiedermi il perché. Vedevo pure persone arrivare in condizioni difficili per la droga, ma non mi facevo domande. Ero serena. Gli adulti nascondevano anche situazioni e abusi più gravi.
Mio padre era entrato in comunità per proteggermi, ma in seguito ha capito che proprio lì potevo essere in pericolo.
Mia madre voleva aiutare anche gli altri, ma non fu possibile. Lui era più lucido.
Nonostante nella comunità di San Patrignano la vita fosse molto dura, Andrea non era poi così infelice. Era cresciuta lì, in mezzo agli animali e con la serenità di attraversare le strade senza quel troppo traffico che rischia di ucciderti.
Siamo andati a vivere a Rimini. Non ero abituata a prendere appuntamento per andare a trovare gli amici, né a dire in continuazione ai miei dove mi trovavo. Penso comunque che quello fosse il momento giusto per lasciare la comunità. Stavo crescendo.
Adesso Andrea è una bellissima donna, è cresciuta ed è consapevole dei fatti accaduti realmente nella comunità di San Patrignano. Conosce i problemi dei suoi genitori con la droga, ma non gliene fa una colpa:
Non posso accusarli, anzi mi sento orgogliosa di loro. Mi hanno evitato di soffrire, soffrendo al posto mio. Sono nata in un momento brutto, è come nascere in guerra.
Andrea ha sempre avuto paura di raccontare la crudeltà che si celava dietro al padre-padrone e al modo in cui la comunità costringeva a vivere coloro che ci abitavano:
Per 18 anni sono stata zitta. Non ho raccontato mai che cosa avevo vissuto. Avrei dovuto spiegare troppe cose. Solo oggi sono riuscita a trovare il coraggio di parlare di questa storia, rintracciando tante persone che hanno condiviso quell’esperienza con noi. Mi sono liberata. Avevo paura, ma ora sto cominciando a vivere.
Conduttrice, ballerina, giurata e persino letteronza. Abbiamo visto la Delogu in Tv in diverse vesti. Ha presto parte, fra gli altri, a Mai dire domenica (2002) in veste di Letteronza; Vetrina e Top of VJ (2004/2005) in veste di conduttrice; A casa di Andrea (2004/2007) in veste di autrice e conduttrice; Saturday Night Live from Milano (2008) in veste di cantante nel duo Cinema2; Aggratis! (2013) e Jump! Stasera mi tuffo (2013) in veste di dj; Stracult (2014/2015/2016/2017), Il processo del lunedì (2015/2016), Troppo giusti (2015/2016), Sociopatici (2015) in veste di conduttrice; Sanremo Giovani 2015 e 2016 in veste di giurata; Festival di Sanremo 2016 in veste di conduttrice radiofonica; Parla con lei (2016) in veste di conduttrice; Dance Dance Dance in veste di conduttrice.
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