In tutto il mondo sono moltissimi i bambini completamente soli, orfani di entrambi i genitori, che aspettano di essere finalmente adottati, e di avere una mamma e un papà pronti ad amarli per la vita.

Purtroppo, però, riuscire ad adottare un bambino non è quasi mai un’impresa facile, e gli aspiranti genitori si trovano a dover combattere contro burocrazia, lunghissimi tempi di attesa, momenti di sconforto e difficoltà di ogni genere.

Le difficoltà, ovviamente, si acuiscono quando parliamo di coppie omosessuali, dato che ogni Paese prevede una propria normativa per regolare questo tipo di adozioni; mentre in Stati come l’Olanda, il Regno Unito, negli USA e persino in Irlanda (con il Children and Family Relationship Bill del 2015), Paese storicamente ultracattolico, le adozioni sono legali, in Italia non c’è riconoscimento a livello legislativo per l’adozione da parte di coppie omosessuali, mentre la cosiddetta stepchild adoption, ovvero l’adozione del configlio è disciplinata sin dal 1983 con la Legge 4 maggio 1983, n. 184 “Diritto del minore ad una famiglia”, anche se permette solo l’adozione del figlio del coniuge.

È solo in via giurisprudenziale che la stepchild adoption per coppie omosessuali è stata riconosciuta, a partire dal 2014 e prima dell’emanazione della Legge 20 maggio 2016 n. 76, la legge Cirinnà, che ha introdotto le unioni civili tra persone dello stesso sesso e concesso l’adozione solo in casi particolari.

Non bisogna confondere l’adozione con l’affido temporaneo, che comunque, in alcuni Paesi, precede poi l’iter vero e proprio per adottare un bambino; negli Stati Uniti, ad esempio, è generalmente prassi mettere provvisoriamente il bambino in affido temporaneo, e normalmente la famiglia affidataria diventa quella più accreditata ad accogliere il piccolo con una vera e propria adozione. Il bambino finisce per trascorrere moltissimo tempo in affido temporaneo, e ovviamente si crea un legame con la famiglia che lo accoglie per cui spesso è davvero difficile separare quel nucleo che ormai è diventato unico.

Esistono associazioni di volontariato, come Together we Rise, che si occupano di sostenere bambini e famiglie affidatarie nel periodo che precede l’adozione, e che raccoglie le storie andate a buon fine. Molte, del resto, sono quelle che siamo felici di raccontare, anche perché il momento in cui vengono adottati è davvero molto speciale per questi bambini, che spesso passano anni negli istituti prima di essere accolti in una casa dove saranno amati per sempre. Ve ne raccontiamo alcune in gallery.

La gioia immensa e le storie a lieto fine dei bambini adottati
Fonte: togetherwerise.org
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