Cosa può significare crescere sentendosi discriminate per il colore della pelle? Quanto contano i genitori nella costruzione della propria identità e quanto i loro comportamenti possono aiutare o danneggiare le figlie? È possibile affrancarsi da un’adolescenza vissuta male, perché non ci si accettava a causa di pregiudizi e prese in giro o, ancora, per colpa di una madre che era la prima a criticare una carnagione “troppo scura”? E, soprattutto, esistono ancora quei preconcetti che, come succedeva nelle fiabe, identificano la bellezza con la pelle d’alabastro, facendo sentire inadeguate ragazze “scure eppur carine”?
A tutte queste domande hanno risposto 14 donne originarie dell’India che, col passare del tempo, sono finalmente diventate consapevoli della loro bellezza, interiore ed esteriore. I loro contributi, apparsi su Soup, sono stati ritenuti necessari per reagire all’ultimo insulto alle ragazze indiane, la crema per sbiancare le vagine. Fortunatamente, nonostante ambienti esterni che sembrano far di tutto per reprimere la loro femminilità, le donne di tutto il mondo trovano sempre il modo di reagire. E ce lo dimostrano così, con parole piene di autoconsapevolezza ed orgoglio.
Mandovi Menon, 26 anni, editor e co-fondatrice di Homegrown
“Non ho traumi legati all’essere cresciuta con la pelle scura. Tuttavia, c’erano delle evidenze intorno a me. A scuola vedevo facce giallo chiaro tradire notti di dense applicazioni di curcuma o borotalco. Quando sono andata a Mumbai a 21 anni, per la prima volta mi hanno fatto capire che la mia pelle è scura, che sono “scura eppur carina” e una volta, gentilmente, sono stata chiamata Kali. A quel tempo l’ho buttata sulla geografia o sulla mancanza di comprensione. Comunque, ora so che c’è un problema più grande della geografia, se non posso trovare un deodorante che non voglia distruggermi la melanina sotto le ascelle. Quasi tutti i cosmetici sono reclamizzati dal motivo “schiarire sbiancare illuminare”, addirittura Shah Rukh Khan vuole che io creda che chiaro è bello e, qualche giorno fa, qualcuno ha creato una crema per sbiancare le nostre vagine. Che è il motivo per cui Soup ha intervistato donne dalla carnagione scura che sono molto felici nella loro pelle.
Madiha Ali, 28 anni, studentessa
Sono stata davvero fortunata. Sono cresciuta in un ambiente dove ero sempre inondata d’amore e attenzioni. Infatti mia sorella, che è più chiara, spesso salta su in mia difesa se qualcuno la considera la più carina. Come mia madre, che non ha mai comprato nessuna crema per sbiancarmi. Pensava (e pensa tuttora) che la sua piccolina fosse perfetta.
Nikhita Chinnari, 21 anni, analista finanziario
Tutti sembrano cercare un salvatore bianco con cui procreare e fare bambini immersi nel latte e nella farina di riso. Eccetto quattro anni a Orissa, ho vissuto tutta la vita a Bombay. Non mi hanno mai fatto notare la mia pelle mentre crescevo e questo, probabilmente, è il motivo per cui non mi ha mai pesato. Ovviamente sono stata presa in giro e chiamata kaali ma sono cresciuta indifferente a tutto ciò, semplicemente perché sapevo che non era importante. In effetti, mi sentirei uguale se avessi la pelle rosa shocking.
Megha Ramesh, 28 anni, copywriter
Sono stata vessata a scuola. Mi ricordo di essermi sentita così drammaticamente orribile che penso che questo, in qualche modo, abbia danneggiato la mia fiducia in me in modo incontrovertibile. Voglio dire alla me stessa giovane che va tutto bene. Avrebbe potuto essere peggio… Ero stupida a piangere nella doccia; sentirmi brutta-tutto perché qualcuno aveva detto che lo ero. Ci sono state volte in cui ho pensato che sarebbe stato più facile essere bianca, ma mi sono abituata e ho coltivato l’amore per me stessa. Amo che le imperfezioni non si mostrino con quella facilità sulla mia carnagione. Mi piace che l’eyeliner turchese si noti davvero e che il rossetto rosso salti all’occhio.
Mariette Valsan, modella attrice
Mi ricordo un episodio in cui non mi è stato permesso di fare un provino per una pubblicità di capelli, dicendomi che non avevo il look adatto. Ero sconcertata e ho cominciato a chiedere che look stessero cercando e il direttore del casting si è fatto sfuggire che ero troppo scura per fare lo spot. Ciò era ridicolo e anche oltraggioso, perché stavo facendo un’audizione per uno spot di capelli. E un’altra volta, recentemente, stavo girando per una TV commerciale e i clienti erano Americani. Sono venuti da me e hanno detto che, in video, risultavo incredibilmente bella. Hanno sottolineato che pagavano per avere spray abbronzanti che donassero una tonalità simile alla mia. Allora abbiamo riso ma, poi, quel momento mi è rimasto fisso in mente, quando ho capito che la metà del mondo faceva un simile sforzo per ottenere ciò che io sono fortunata ad avere naturalmente.
Megha Ramaswamy, 33 anni, artista e regista
Se potessi parlare a me da giovane, mi direi che è lungo il viaggio verso la sicurezza e la comprensione ma bisogna essere sempre a proprio agio nel chiamarsi ragazza dalla pelle scura. Non sei del colore del grano o con la pelle bistrata o cioccolato. Il contrario di chiaro è scuro e ciò è normale e anche piacevole.
Aishwarya Arumbakkam, 28 anni, fotografa regista
Sai, c’è talmente tanta letteratura, in Tamil, vecchia e nuova, che rappresenta la pelle scura come bella e sensuale. Al di là di questo, non ricordo che il colore della pelle abbia mai rappresentato un argomento di discussione mentre crescevo. Penso di avere un buon sistema di sostegno e una posizione di privilegio che mi ha isolato da questo problema. E, onestamente, ho molte più preoccupazioni nella mia vita riguardo al lavoro, alla salute, allo stile di vita. Difficilmente trascorrerei del tempo a pensare a quello, perché la pelle scura è semplicemente una parte naturale di me.
Lavanya Kannan, 28, fotografa
La società è più crudele riguardo al colore della pelle di quanto pensassi mentre crescevo. Forse, perché venivo protetta da ogni commento particolare a causa dei comportamenti dei miei genitori e, così, non l’ho mai preso molto seriamente. Mia sorella è più chiara di me e non mi sono mai sentita discriminata dai miei genitori per questo. Ma proprio adesso, le percezioni della bellezza sono cambiate. Tuttavia, continuo a non credere che alle persone non sia mai piaciuta la pelle scura, rifiuto di crederci.
Smrithi Rao, 30 anni, manager associato
La maggior parte del mio cosiddetto trauma è stato auto indotto. Come bimba ero affascinata dall’idea della pelle chiara. Probabilmente perché sentivo i grandi o vedevo film che associavano la bellezza con l’essere bianchi. Ho passato una fase in cui ero ossessionata dall’essere chiara. Così, quell’unica volta, un mio amico a scuola suggerì che ci carteggiassimo la pelle per sbiancarla. Allora, abbiamo preso tutte le misure necessarie. Ma, appena in tempo, mia madre ci ha beccato. Mi ha fatto sedere e mi ha detto che quello che stavo per fare sarebbe stato estremamente doloroso e che ottenere il candore non avrebbe mai dovuto essere il mio scopo finale. Non aveva molto senso allora ma col senno di poi sono contenta che mi abbia visto. Ora vorrei poter dire a me stessa da giovane che va tutto bene. È ok avere la pelle scura e dovrei focalizzarmi sul costruire relazioni, sull’essere ironica, sull’essere una persona buona e sull’esprimermi al meglio.
Vinitha Shetty, 25 anni, blogger brand manager
Crescendo sia i bimbi intorno a me che i miei parenti mi hanno fatto sentire incredibilmente brutta. Non avrei voluto andar fuori tanto, o sorridere in modo troppo aperto dato che odiavo le mie gengive nere, né indossare vestiti perché ero conscia delle mie ginocchia scure. Ho superato tutto ciò solamente con il tempo. E, soprattutto, non mi interessa più. Ma ora, quando ci penso, sento che una parte profonda del problema sia la mancanza di rappresentazione. Quando ho iniziato il mio blog, ero piacevolmente sorpresa di ottenere così tante reazioni positive dalle altre ragazze, che mi dicevano come avrei potuto sfoggiare colori vivaci eccetera. Era grandioso sentirlo. E quasi non posso credere che lo sto dicendo ma amo il mio colore di pelle e il modo in cui sono adesso. Non pensavo che sarebbe stato così facile, una volta diventata grande.
Yasmin Ponnappa, 32 anni, modella attrice
Mia madre mi tormentava costantemente riguardo al giocare sotto il sole. Insistendo continuamente sul fatto che nessun pretendente mi avrebbe sposata. L’ho superato fregandomene. Sono piuttosto resistente.
Sangeetha Thomas, 28 anni, vicepresidente Goldman Sachs
Sono stata parecchio influenzata quando ho letto la storia di Waris Dirie (ho letto di lei in un pezzo pubblicato dal Reader’s Digest quand’ero bambina) e profondamente colpita dal suo modo di comportarsi e impressionata dalla sua bellezza – Dopo aver letto di lei ero segretamente più felice di avere la pelle scura.
Shovona Karmakar, 26 anni, fotografa
Quando avevo 19 anni ho realizzato un progetto di 365 giorni in cui mi fotografavo quotidianamente e cercavo di capire ogni nuance del mio corpo, viso, capelli e, da ultimo, la mia identità. Ho iniziato il progetto subito dopo la rottura con qualcuno che non mi accettava per il mio aspetto ma, mentre il progetto volgeva al termine, è diventato molto più grande di così. Ho cominciato a capire la mia cultura e la mia unicità. Oggi sono molto a mio agio con me stessa, so che sono diversa e ne sono molto orgogliosa.
Shilpa Colluru, 33 anni, brand consultant
Non ho mai pensato veramente al mio colore di pelle finché non sono andata al college a Delhi. È là che sono stata discriminata in modi subdoli, non solo riguardo al colore della mia pelle ma anche per essere un’indiana del sud. Immagino che sia successo quando guardavo donne come Nandita Das e Konkana Sen e mi sentivo orgogliosa di avere la pelle scura. Vorrei dire ad ogni ragazzina che so che il colore della pelle non conta. Quello che conta è amarsi e cominciare a sentirsi sicure di sé.
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