Eroina: dal degrado della dipendenza alla disintossicazione (ricadute comprese) in 16 scatti

Eroina: dal degrado della dipendenza alla disintossicazione (ricadute comprese) in 16 scatti
Sara Naomi Lewkowicz
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Non esiste niente di più pericoloso e letale della tossicodipendenza e occorrono una volontà di ferro e il supporto costante delle persone giuste per riuscire a uscire da un tunnel che spesso sembra senza fine. Perché molti dei ragazzi che finiscono nel vortice di cocaina o eroina lo fanno per sfuggire da realtà degradanti, da famiglie incapaci di essere presenti nella giusta maniera, da situazioni che non riescono a comprendere o a fronteggiare, a volte semplicemente dalla noia e dai dubbi adolescenziali e -cosa ancora peggiore- iniziano a cedere alle droghe davvero in tenera età, da adolescenti appunto o, purtroppo, in alcuni casi persino prima.

È esattamente quello che è successo ad Alex, una giovanissima e bellissima ragazza di Baltimora, nel Maryland, che ha iniziato a fare uso di eroina appena diciassettenne; colpa di un padre, forse, anch’egli dipendente da crack e cocaina, che l’ha abbandonata, senza mai più farsi rivedere o sentire, quando lei aveva solo 10 anni. Alex ha iniziato prima fumando l’eroina, poi iniettandola per via endovenosa; per vivere, e per riuscire a comprare la dose giornaliera di droga, fa la ballerina in uno strip club: è disposta a spogliarsi, persino a compiere atti sessuali ai clienti pur di racimolare quanti più soldi possibile, perché per la sua dipendenza arriva a spendere l’incredibile cifra di 240 dollari al giorno.

Nel 2011, quasi per caso, Alex ha incontrato la fotografa Sara-Naomi Lewkowicz in un bar.

Appena l’ho vista- ha raccontato Sara- ho capito subito che si trattava di una tossicodipendente. Quando abiti a Baltimora sai riconoscere subito un eroinomane, è una grande area per il traffico di droga.

Fra le due nasce una sintonia quasi immediata, nonostante il primo iniziale momento di sgomento da parte di Sara; fanno amicizia su Facebook, iniziano a parlare, e la fotografa riesce ad accedere al cuore di Alex, a conoscere una parte precedente della sua vita rimasta fino ad allora sommersa. Così le viene un’idea, affinché tutti possano sapere, conoscere, capire com’è la realtà di un drogato, la lotta continua, quotidiana, che deve affrontare contro i suoi demoni più tremendi, tutto il marcio che lo circonda, quanto sia dura riuscire a uscirne. Sara inizia perciò a fotografare Alex durante le sue giornate, mentre si prepara per andare in scena allo strip club, persino mentre si prepara la dose giornaliera.

La prima volta che l’ho vista prepararsi la siringa- afferma- ero scioccata, non potevo credere a quello che stavo vedendo. Ma era la sua realtà in quel momento: accettarla e comprenderla era parte del mio lavoro. Però le ho sempre detto, sempre, che avrebbe dovuto e potuto farsi aiutare, che io avevo delle persone che erano attrezzate per aiutarla a tirarsi fuori dai guai.

La vita di Alex cambia quando viene arrestata per furto, e condannata a 18 mesi  di reclusione in un centro correzionale; le viene offerto, data la sua mancanza di precedenti penali, di scontare una pena alternativa presso un centro di riabilitazione, dove può farsi curare. Nel 2012 finalmente sembra tutto finito, ma Alex ci ricasca, torna a drogarsi, e finisce in cella di nuovo; un anno più tardi le viene data una seconda opportunità, e adesso è completamente pulita da quattro anni.

Noi speriamo sinceramente che Alex non torni mai più quella di prima, e che Sara, anche grazie alle sue fotografie così forti e scioccanti, sia riuscita a darle una mano, e a mandare il giusto messaggio a tutti quei giovani che pensano di poter sfuggire dagli ostacoli della vita affondandosi in un tunnel da cui uscire è più difficile di quanto si possa mai immaginare.