Sui nuovi media si è detto (e scritto) di tutto e generalmente questo risulta essere un argomento di discussione piuttosto spinoso, capace di creare opinioni discordanti e di dividere le persone tra sostenitori e detrattori accaniti delle nuove forme di trasmissione della comunicazione e dell’informazione create dalla generazione di Internet.
I primi ritengono che i vari Facebook, Twitter e company agiscano come agenti socializzatori e aggreganti delle masse, fornendo a tutti l’opportunità di partecipare attivamente, di far sentire la propria voce e, perché no, di intessere nuove relazioni, semplicemente commentando, condividendo, insomma creando legami che vanno al di là dell’interazione fisica e non presuppongono un coinvolgimento “materiale” delle parti.
D’altro canto, chi si schiera contro i social network e tutti quei nuovi modi di espressione offerti dalla rete lo fa convinto che essi rappresentino la morte dei rapporti umani, che li banalizzino mistificandone spesso anche la sostanza vera e propria.
Internet è il luogo dell’esibizionismo, dove chiunque può manipolare la propria immagine ad hoc per ricevere più “like” possibili, e fare proselitismo su vari argomenti è estremamente facile, ma spesso non si ha neppure la minima idea di quale messaggio si voglia davvero far passare.
Benché la questione sia piuttosto complessa e ognuno possa vederla dalla prospettiva che più gli si addice, non si può però dubitare del fatto che la vita di ciascuno di noi si sia lentamente adeguata all’espansione inarrestabile di questi nuovi mezzi di comunicazione, finendo con l’esserne influenzata; in alcuni casi, tuttavia, quella che si crea è una vera e propria dipendenza da social network, come testimoniato dalla gallery seguente, tratta dal sito BoredPanda, che mostra, attraverso venti illustrazioni di diversi vignettisti, come la tecnologia spesso ci renda, senza che neppure ce ne accorgiamo, schiavi.
Le vignette sono definite “satiriche”, ma in realtà per noi rappresentano un prezioso invito a riflettere.
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