*** Aggiornamento del 31 marzo 2022 ***
Che piaccia o meno, è innegabile che Playboy sia ormai diventato parte integrante della pop culture e, a suo modo, iconico, assieme a tutto ciò che orbita attorno al suo universo.
Eppure, ciò che è successo dopo l’uscita del docu-denuncia Secrets of Playboy, nel gennaio del 2022, rischia di cambiare per sempre il modo in cui guarderemo alla figura del suo fondatore, Hugh Hefner, scomparso nel 2017.
Il documentario, diretto dalla regista Alexandra Dean, ricostruisce, attraverso le interviste alle famose “conigliette” un immaginario di Hefner tutt’altro che ideale, che avrebbe, come ha scritto il New York Post, “fondato il suo impero sessuale sulle spalle di donne vulnerabili”.
Nella docuserie di parla di abusi sessuali, di zoofilia, di ragazze obbligate a consumare droghe. Questa, ad esempio, la testimonianza di Sondra Theodore, che aveva 19 anni quando iniziò a frequentare Hefner (lui ne aveva 50).
Ha distorto la mia mente facendomi pensare che la sua vita fosse normale. Mi ha fatto conoscere le droghe. Non avevo mai bevuto né mi ero mai drogata prima di andare alla Playboy Mansion. La prima notte che ho passato lì mi hanno dato dello champagne, la droga è arrivata dopo, ero minorenne.
Nei giorni scorsi anche Karissa Shannon, che con la gemella Kristina è protagonista di The Girls Next Door, ha rivelato di essere persino rimasta incinta di Hefner, e di aver abortito.
*** Articolo originale ***
La morte di Hugh Hefner, nel 2017, ha riportato alla luce una serie di episodi sulla storia di Playboy, la rivista che ha fondato, episodi con particolari che davvero non conoscevamo o non ricordavamo. Come, per esempio, il fatto che molte italiane sono state una o due volte delle playmate da copertina. Non parliamo di modelle di nudo professioniste, ma di professioniste in diversi ambiti delle arti sceniche, dal cinema alla tv, fino alla grande canzone italiana.
Nel novero delle playmate italiane di Playboy ci sono infatti Iva Zanicchi, Barbara D’Urso, Sophia Loren, Ornella Vanoni, o in tempi più recenti Valeria Marini, Bianca Balti, Claudia Gerini, Martina Stella, Carolina Crescentini e così via. E ci sono anche molte dive naturalizzate italiane, da Amanda Lear a Heather Parisi, passando per Belen Rodriguez fino a Karina Huff, indimenticata icona di “Sapore di mare“.
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E se Ornella Vanoni chiese come pagamento un’opera d’arte, c’è anche chi non serba un ricordo felice di quell’esperienza. Come Iva Zanicchi che, a 40 anni nel 1979, posò in copertina per Playboy dietro richiesta della casa discografica (poco prima era uscito un suo disco con titolo proprio “Playboy”), come racconta il Corriere della Sera.
Avevo le calze color carne, sopra un paio nere, e una pelliccia che mi copriva. […] Abile Frontoni, il fotografo: «Dai abbassa, un altro pochino». E pochino alla volta s’ è visto il seno. […] Avevo 40 anni. Età particolare. Forse volevo dimostrare a me stessa di esser ancora in forma. […] Il direttore Mosca era mio amico. Ha insistito. […] Diciamo la verità: era stata la casa discografica a insistere. […] A mio padre non l’ho mai detto. Mia madre l’ha scoperto aprendo un cassetto dove conservavo coperte di pizzo. C’era una copia. C’è rimasta un po’ male.
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