Londra: il coraggio e l'umanità oltre il terrore (e il pregiudizio su una foto)

Nel pomeriggio del 22 marzo 2017 un altro crudele atto di terrorismo ha colpito l’Europa, stavolta il cuore di Londra.
Khalid Masood è il nome dell’attentatore britannico che si è lanciato con un Suv sui passanti che passeggiavano tranquillamente lungo il Westminster Bridge provocando altre dolorosissime scie di sangue.
Il mondo intero piange un ennesimo atto disumano che ha ucciso delle persone ferendone molte altre. Non ci sono parole per poter esprimere il dolore creatosi attorno alla vicenda, ma possiamo esprimere tutto il nostro orgoglio per l’umanità di eroi comuni che, seppur senza un titolo di studio medico, hanno prestato soccorso alle vittime e ai feriti dell’attentato.
A soli due giorni dalla dolorosa vicenda, una foto ritraente una donna con l’hijab ha suscitato un’enorme polemica e ha seminato l’odio del web perché passa senza prestare soccorso mentre un uomo, accanto a lei è a terra gravemente ferito. Ma a volte l’apparenza inganna, e, in questo caso, la questione potrebbe non essere come sembra. Il popolo di Twitter è corso in sua difesa e queste foto spiegano il perché.
Una donna, una delle tante in questo mondo ma che per l’uomo morente disteso accanto a lei ha rappresentato una fonte di speranza. Questa foto ritrae tutta l’umanità di una donna che si è fermata a prestare soccorso facendo una respirazione bocca a bocca alla povera vittima dell’ennesimo attentato terroristico. La foto virale è diventata in poco tempo il simbolo dell’umanità e della solidarietà della gente comune.
Perché a volte non serve avere un titolo di studio medico per poter dimostrare umanità e solidarietà. Prestare soccorso può significare salvare la vita a qualcuno attuando (nelle proprie possibilità), piccole azioni che permettono al ferito di rimanere in vita fino all’arrivo dei soccorsi.
Gente comune, questa in foto, che non è passata indifferente davanti al dolore delle vittime. Persone semplici dall’animo buono che hanno dato il loro contributo e che, insieme anche ai medici e alle altre autorità, sono diventate gli eroi della città.
Secondo quanto riporta la BBC, il parlamentare e vicepresidente degli Esteri Tobias Ellwood, dopo aver appurato quanto accaduto si è subito precipitato nella folla per soccorrere Keith Palmer, il poliziotto accoltellato dall’aggressore.
Nonostante gli sforzi di Ellwood insieme al veterano dell’esercito e coach del Team GB Boxe Tony Davis, il cuore del poliziotto ha smesso di battere per sempre, diventando così un’altra vittima del terrorismo.
I due non erano da soli, presto si sono poi aggiunti ragazzi sconosciuti e, in seguito, anche i soccorsi.
Nonostante gli sia stato affidato il nomignolo di eroe, Tony Davis conserva il suo atteggiamento umile:
“Non mi sento coraggioso e non mi sento un eroe” – dichiara
Nonostante si siano presentate anche figure professionali come medici e infermieri, il politico Richard Tice ha voluto sottolineare il coraggio e la solidarietà dei passanti che hanno rappresentato il vero spirito della città.
“Lungo tutto il ponte c’erano passanti che aiutavano i feriti aspettando i medici. Questo è lo spirito di Londra. Sono sicuro che sarebbe accaduto in qualsiasi città. È questo il coraggio, è questa l’attenzione che ogni essere umano ha per l’altro.” – dichiara
In questa foto lo sguardo di una donna impaurito, disperato, mentre immersa nel sangue si aggrappa coraggiosamente al braccio di una donna che è lì per salvarla fino all’arrivo dei soccorsi.
In questa foto spicca un forte contrasto tra il suo sguardo addolorato, arreso, quasi come se fosse l’unico mezzo disponibile per chiedere aiuto, e la sua mano aggrappata alla donna in segno di speranza. Un “angelo di salvezza” tra la gente comune.
Un uomo, forse un ragazzo, magari mentre andava a scuola con lo zaino in spalla pronto per affrontare una nuova giornata. Forse si era alzato positivamente, o forse sentiva che stava per accadere qualcosa di negativo. Forse è proprio lui una delle vite spezzate dalla crudeltà umana, o forse è ancora vivo.
Un cumulo di domande a cui non avremo mai risposta. In foto quattro persone, due giovani e due un po’ più anziane, una al cellulare, probabilmente stava chiamando i soccorsi, mentre un’altra gli tende coraggiosamente la sua mano. Un ferito… quattro eroi.
Due mani: una insanguinata vittima della violenza terroristica, l’altra pulita, aperta, simbolo di umanità. La persona non ha particolari uniformi mediche. Un altro caso di umiltà e di civiltà che non lascia indifferenti.
Una musulmana con l’hijab viene ritratta in questa foto mentre guarda il cellulare e con indifferenza passa davanti all’uomo disteso a terra gravemente ferito.
Un utente di Twitter, l’americano Texas Lone Star, è rimasto indignato dall’accaduto e ha condiviso il suo pensiero sul social network:
“Una musulmana non si interessa all’attacco terroristico: cammina indifferente accanto a un uomo che sta morendo, controllando il telefono.”
“Questa foto, scattata nei pressi del Parlamento inglese dopo l’attacco terroristico, potrebbe diventare la più iconica della nostra epoca.”
“Una foto dice più di mille parole. Attacco terroristico a Londra, e intanto una donna musulmana non si prende il disturbo di mettere giù il telefono.”
“Non hai idea di quale sia il contesto. Potrebbe essere stata intenta a far sapere ai suoi cari di essere salva. Basta diffondere odio.”
“Non hai idea di cosa stia accadendo in questa foto e ti permetti di trarre conclusioni.” #bannateirazzisti
… probabilmente stava dicendo alla famiglia di essere salva.”
“C’erano molte persone che stavano parlando e guidando, alcune di loro temevano per le loro vite, che vorresti dire?”
Continua poi:
“Perché i musulmani dovrebbero essere espulsi? Non sono stati i musulmani a fare questo. Quando qualcuno uccide non deve essere obbligatoriamente un musulmano.”
“Perché devi trasformare questa tragedia in un argomento anti-islamico? Per favore, rimani nel tuo Paese così noi possiamo piangere in pace.”
“Forse stava chiamando i servizi di emergenza. Forse c’erano troppe persone attorno a quell’uomo in fin di vita, forse era terrorizzata.”
Cosa ne pensi?