
"Mio figlio si veste di rosa: si considera maschio, ma sembra sempre più una bimba"

Camilla è l’orgogliosa mamma di tre figli vivaci e allegri come solo i bambini sanno essere. La sua è una famiglia come tante, che ama viaggiare e fare lunghe passeggiate. A renderla speciale L. il secondogenito. Il bambino è ben consapevole di essere un maschietto e parla di sé al maschile, tuttavia ama anche vestire di rosa, giocare con le fatine e indossare gioielli. Camilla ha creduto inizialmente che si trattasse di uno stato di “confusione” passeggero, ma con gli anni si è resa conto che questa situazione era tutt’altro che temporanea. La mamma non ha assolutamente costretto L. a vestire da maschio e a giocare con le macchinine, ma ha deciso di lasciarlo libero di giocare e vestire come crede. Camilla ha iniziato così a informarsi sul mondo LGBT e sulla disforia di genere, ossia una condizione in cui una persona si identifica nel sesso opposto a quello biologico. Fino a quando uno specialista ha dichiarato che non si trattava assolutamente del caso di L., caratterizzato invece da una fluidità di genere, una realtà ancora poco conosciuta e studiata, che porta il bambino ad oscillare e appunto a “fluttuare” tra mascolinità e femminilità.
Mamma Camilla ha così deciso con l’appoggio di L. di aprire un blog, intitolato “Mio Figlio in Rosa” per parlare della sua storia, raccontando i problemi quotidiani (che un po’ tutte le famiglie con bimbi hanno) e tutto ciò che comporta la fluidità di genere. L. è un bambino sano e sereno libero di essere e fare ciò che sente, che però si ritrova spesso ad affrontare pregiudizi, stereotipi e pressanti domande altrui. Assieme a lui, però, c’è una mamma davvero speciale! Volete conoscere L. e Camilla? Allora perché non dare un’occhiata alla nostra gallery, per la quale ci siamo ispirate ad un articolo di Vanityfair.
Ai microfoni di Vanityfair, Camilla ha spiegato che L. pensa a se stesso nel futuro come maschio. Il bambino, infatti, le ha parlato di come da grande vorrebbe diventare un botanico e studiare i fiori, anche se dopo una recita a scuola ha anche detto di voler fare l’attore.
Nel suo blog, Camilla raccoglie esperienze e pensieri. In un post intitolato “Normalità” si legge:
Di base, però c’è che siamo tutti ciò che siamo. Volerlo affermare è un diritto, non una prepotenza nei confronti degli altri.
Come per tutte le mamme, l’obiettivo principale di Camilla è la felicità di suo figlio, così per affrontare nel migliore dei modi la fluidità di genere di L., la donna si informa continuamente sull’argomento ed è in contatto con molte altre famiglie anche straniere che stanno vivendo situazioni simili alla sua.
Sempre su Vanityfair, Camilla racconta di come suo figlio abbia accolto l’apertura del blog. L. è stato entusiasta dell’idea e l’ha “tormentata” fino a quando Camilla non ha concretizzato il progetto.
Nonostante L. sia consapevole di essere maschio e parla di sé al maschile, il suo aspetto, soprattutto ultimamente, è molto più simile a quello di una bambina.
Nonostante Camilla si sia sentita spesso dire che avrebbe dovuto “costringere” suo figlio a vestirsi da maschietto e giocare con le macchinine, la donna ha sempre lasciato molta libertà ad L. che può giocare e vestire come vuole.
In casa L. viene chiamato con un diminutivo, che rende il suo nome piuttosto “neutro”.
Il blog è presto diventato un punto di riferimento per le famiglie che si sono ritrovate ad affrontare una situazione simile a quella di Camilla, lo si evince dai numerosi commenti sotto i post.
L. è un bambino sano e sereno. Non di rado però lui e Camilla si ritrovano a dover affrontare pregiudizi e stereotipi di ogni tipo.
Cosa ne pensi?