Ashleigh Raddatz è una fotografa di 31 anni, specializzata nella fotografia documentaristica, oltre al lavoro una vera e propria passione, di grande aiuto soprattutto nell’accettazione della sindrome del figlio primogenito, scoperta appena un anno fa: disturbo dello spettro autistico. Ashleigh è americana ma si è trasferita in Germania dopo aver sposato il marito Steffen, tedesco. Alla nascita di August fu subito chiaro che ci fosse qualcosa di strano, il bambino scoppiava in forti urla di pianto al minimo rumore appena accennato, consolarlo sembrava impossibile. Iniziata la scuola August ancora non riusciva a parlare, inizialmente la mamma pensava fosse dovuto all’insegnamento bilingue, ma al sorgere di altri sintomi iniziarono ad indagare più approfonditamente sulla questione. Accettare la diagnosi non fu facile per Ashleight, che lontana dalla sua casa fu presa da immenso sconforto e forti paure. Proprio la fotografia la aiutò in questo percorso di accettazione verso il figlio, aiutata dal marito, per comprendere ed accompagnare August, ad affrontare un percorso di vita diverso da quello che lei aveva sempre immaginato per lui.
“Questo progetto mi ha aperto gli occhi in tantissimi sensi. Dentro di me ho sempre pensato: Mio Dio se, attraverso le fotografie, gli altri genitori riuscissero a vedere il loro bambino con bisogni speciali come io vedo mio figlio adesso, potrebbero trovare pace e lucidità”.
Attraverso le fotografie Asleight ha trovato la pace e la forza di stare accanto al suo bambino speciale. August adora i travestimenti, almeno una volta al giorno deve travestirsi o mettersi una maschera, ama molto abbracciare le persone care, ha una serie di rituali di cui non può fare a meno, ad esempio aspetta ogni giorno, mentre va a scuola, che la mamma si affacci alla finestra gridandogli che lo andrà a prendere all’uscita. Adora i lego e i legnetti, è molto scrupoloso e attento, se manca un pezzo se ne accorge subito. Le sue forti crisi sono causate soprattutto da rumori forti o luci troppo accese, per difendersi si tappa gli occhi e le orecchie, quando è molto a disagio si torce le dita. A volte i genitori lo aiutano a calmarsi altre volte, se non è in pericolo, cercano di farlo calmare da solo. August si porta le ginocchia al petto e si tranquillizza, quando è felice alza la testa sognate verso il cielo e inizia a fantasticare. Va matto per il suo fratellino minore che ha accettato molto bene, lo riempie di baci. Seppur un futuro diverso dall’immaginazione dei genitori, non potrebbero essere più orgogliosi e felici del loro piccolo tutto speciale:
Sono riuscita ad accettare la diagnosi di mio figlio e sono grata per quella sua mente, che funziona in un modo così diverso dalla mia. Mi ricorda che lui è un regalo meraviglioso per me, per il resto della famiglia e per il mondo. La mia speranza è che in futuro continui a crescere e imparare nuove abilità rimanendo la persona avventurosa, dolce e straordinaria che è. Spero anche che ci sia un dialogo più aperto sull’autismo, soprattutto tra genitori e figli. I bambini con bisogni speciali sono a scuola, nei negozi, al parco. Infine, spero che August sia trattato con rispetto ed empatia.
Storia analoga quella di Glenn Gameson-Burrows un papà del Galles, che ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica con un progetto sulla sindrome dello spettro autistico. La sua serie d’immagini è iniziata con le speciale foto della figlioletta di due anni Anelia, affetta dal disturbo, per poi ampliarsi ad altri bambini e adulti nella stessa condizione, con la speranza di affievolire i pregiudizi e mostrare tutto il loro coraggio e splendore.
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