Prendiamo spesso ispirazione da culture diverse dalla nostra, anche quando si tratta di capelli. Quante di noi, per esempio, durante la stagione estiva si riempiono la testa di treccine tipicamente africane? In questo caso si parla di “appropriazione culturale“, ed è diventato un argomento molto discusso in tutte le parti del mondo.
Ma cosa s’intende nello specifico per appropriazione culturale? L’appropriazione culturale viene definita come un concetto sociologico che vede l’adozione o l’uso di elementi di una cultura da parte dei membri di una cultura diversa come un fenomeno in gran parte negativo.
Dopo gli innumerevoli dibatti che circolano sui vari social network al riguardo, il team di Teen Vogue si è posto una domanda specifica: “dove finisce l’appropriazione culturale e dove comincia l’apprezzamento culturale?” È qui che il celebre team ha deciso di lanciare un progetto che potesse in qualche modo rivendicare questo concetto facendo intervenire sette ragazze provenienti da culture diverse (e con capelli bellissimi).
Con questo progetto, Teen Vogue ha voluto far capire alle ragazze che non bisogna obbligatoriamente prendere ispirazione dai classici stereotipi che si presentano davanti, ma imparare ad apprezzare la propria cultura di provenienza. Certo, a volte lo facciamo semplicemente perché quello stile ci piace e potrebbe adattarsi al nostro modo di essere. Può capitare che dentro di noi si celi uno spirito che vada oltre gli schemi della società in cui viviamo, che vada oltre il nostro luogo di provenienza e quindi… oltre la nostra cultura.
Sfogliate la gallery per scoprire i pensieri di queste sette ragazze.
Daunnette Reyome sulla sua piuma:
Daunnette Reyome sulla sua piuma:
“Sono una nativa americana della tribù di Omaha in Nebraska. Il mio nome indiano significa ‘stella cadente.’ Vorrei che il mondo sapesse che esistiamo ancora. E… no, non tutti viviamo nei “tipi”. Quando vedo le persone con acconciature o accessori nativi americani, sento che mi mancano di rispetto. Non sanno il significato che si cela dietro la piuma, come s’indossa, o quello che facciamo per ottenerla. Si tratta di una vera e propria penna d’aquila. Essa non si limita a cadere da un’aquila e qualcuno dice, “Oh, ecco, è tua”. Nella mia cultura bisogna guadagnarsela. Mi sento potente quando la indosso, più sicura e più legata alla mia etnia. Non mi sono mai sentita in imbarazzo per essere una nativa americana. Ne sono orgogliosa. Mi piace come siamo a livello spirituale, è come se fossimo in sintonia con la Terra e con l’universo. So che non c’è nessun’altra cultura là fuori come la mia.“ @daunnettethemodel
Kyemah McEntyre sui suoi capelli Afro:
“Sono afroamericana. Il motivo per cui porto i capelli Afro è perché penso che esprimano esattamente chi sono, da dove vengo, e le persone che hanno spianato la strada per me. Ero solita fare la permanente, ma chiesi a mia madre di smettere quando ero in seconda media. Sono molto d’accordo sull’espressione e l’individualità. È stato molto difficile essere me stessa perché mi confrontavo con le altre che avevano i capelli lisci. Ci sono un sacco di stereotipi e pregiudizi sulle persone nere e sui capelli neri. Non dobbiamo mettere in discussione il fatto di indossare i nostri capelli naturali per un colloquio di lavoro. Vorrei che le persone capissero quanto sia forte e bello. Credo che l’apprezzamento culturale è il fatto di capire che non si può semplicemente prendere le proprietà estetiche da una cultura. I nostri capelli non sono un accessorio. Sono letteralmente ciò che siamo.” @mindofkye_
Leaf McLean sui suoi baby hairs:
“Sono portoricana e nera. I capelli effetto baby hairs sono una grande parte di entrambe le mie culture – sono un segno di orgoglio. Ho avuto così tanti spazzolini da denti che li ho dovuti buttare via perché li ho usati per sistemare i capelli! [Ride] Essere Afro-Latina comporta avere un sacco di capelli. Quando ero più giovane, venivo presa costantemente in giro perché avevo basette di grande spessore. Ma tutto ciò che prendevano in giro in passato, non è altro che la moda oggi. FKA Twgis, portando i capelli con l’effetto baby hairs, ha ispirato persone provenienti da tutto il mondo a portarli. È bello, purché si rispetti da dove provengono. L’apprezzamento culturale è dare credito a una lunga fila di persone che hanno fatto questo per anni. Abbracciare la mia eredità è stato come accettare i capelli sul mio corpo dalla testa alle dita dei piedi. Prendere una decisione consapevole di amare se stessi per quello che si è, è la tendenza più cool di sempre.” @itsmeleaf.
Natasha Ramachandran sulle sue tradizioni:
“Sono indiana al 100% e non vorrei essere nessun altro. Mi piace il fatto che i miei gioielli mi ricordino casa mia, perché io vivo così lontano. È anche bello sapere che si sta rappresentando il proprio Paese, la propria cultura, la propria gente. Soprattutto perché viaggio molto, mi vengono rivolte domande sulla mia lingua, sul mio cibo e sulla mia etnia. Sono davvero orgogliosa e grata per l’importanza che diamo al senso della famiglia. Ogni famiglia è così affiatata. Ci viene insegnato a rispettare tutti: anziani, famiglia, amici. Trattiamo gli ospiti come dei! Gli indù hanno un milione di rituali. Per me, la popolarità dello Yoga dimostra quanto sia ricca la nostra cultura. È praticato in tutto il mondo.” @natasha_ramachandran
Eiko Hara sulla bellezza giapponese:
“Sento come se molte persone in Giappone fossero ossessionate dal loro aspetto. Le persone si preoccupano molto dei loro capelli, del trucco e della forma dei loro corpi. Ecco perché abbiamo così tante versioni diverse della bellezza. Questo look che indosso oggi è conosciuto come byojaku. La cultura giapponese è così creativa che gioca in condizioni estreme. Ma penso che è così che abbiamo costruito lo street style. Quando dico alla gente che sono giapponese, sembra che sia realmente interessata alla mia cultura. Mi rende felice.” @eiko_hara
Brandi Kinard sulle sue treccie:
“Sono nera, irlandese, cinese e appartengo alla popolazione Creek. Per me è questa la mia corona di gloria. Quale modo migliore per spiegarlo? Questo look prese vita durante l’Afropunk Fest, quando ero alla ricerca di un taglio di capelli che potesse rappresentare la mia oscurità. Ebbi l’idea da Pinterest! Ora è la mia identità. Questo look proviene da una tribù dell’Africa occidentale, i Fulani. Le mie trecce mi collegano alle mie radici. Quando tornai nella mia classe di ingegneria in una scuola frequentata prevalentemente da bianchi, m’innervosiva il pensiero che i miei compagni di classe avrebbero potuto pensare: “lei è una specie di strega?” [Ride] Ho dovuto spiegare loro il motivo che mi ha spinto a fare questo taglio di capelli. È stata una strana e selvaggia esperienza. Non troppo tempo fa, la gente mi diceva che l’extensions e le trecce erano considerate da “Ghetto Girls”, ma io non lo penso affatto e non la vedo in questo modo.” @brandikinard
Sashamoni Burnett sui suoi rasta:
“Provengo in parte dalla Giamaica, in parte da Haiti e vivo a Brooklyn. Sono rastafariana. Quando avevo 3 o 4 anni, mia madre e mio padre hanno deciso di fare i dread ai miei capelli e da allora non li ho tagliati. Mi piace molto il mio taglio di capelli. Indossare i dread mi fa sentire assolutamente unica. E io non voglio essere come tutti gli altri. Io sono “la mia persona”. La gente mi chiede sempre: “Come fai a lavare i capelli?” Ma dai! “Li lavo nella stessa maniera in cui li lavi tu!” [Ride] Se vedessi qualcuno per strada con i dread e non dovesse essere rastafariano, la cosa mi starebbe bene. Le persone vogliono solo essere una parte della mia cultura. Credo che la cosa più bella della mia cultura sia il cibo. Le spezie sono la parte migliore! Amo le combinazioni di sapori. Il pollo piccante e riso bianco con fagioli e banane dolci – è come la vita, letteralmente!” @ssashamoni.
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