L’anoressia è un male orribile. Viene chiamato disturbo alimentare, proprio come la bulimia o l’ortoressia, e i danni che produce sul corpo umano – e sulla mente – possono essere così gravi da portare alla morte chi ne è affetto. Per questo, le persone che ce la fanno a uscirne sono delle vincitrici. BoredPanda ha raccolto le immagini di ex anoressiche prima e dopo, per mostrare la loro rinascita.
Noi ne abbiamo scelte alcune, tutte donne come noi, ma dobbiamo ricordare sempre che l’anoressia non fa distinzioni di sesso. Chi l’ha conosciuta l’ha definita un «inferno vivente». Perché è proprio questo: si muore digiunando, consumandosi lentamente. Mentre chi è rifiorito mostra un’alta attenzione verso la propria salute. Tuttavia l’anoressia non ha a che fare strettamente ed esclusivamente con il cibo.
Come per tutti i disturbi alimentari, alla base c’è un discorso relativo al controllo: si controlla il cibo che si assume per avere il controllo della propria vita, che invece spesso sfugge. E si finisce per perdere tutto. Per questo è sempre importante che chi soffra di anoressia giunga a una consapevolezza: chiedere aiuto. Come l’hanno chiesto queste ragazze, che oggi possono raccontare sul proprio blog o sul proprio Instagram come sia la loro vita senza «ana».
Margherita Barbieri, ballerina
Margherita da piccola sognava di diventare ballerina di danza classica ma i duri commenti sul suo corpo da parte delle insegnanti l’hanno fatta cadere nel vortice dell’anoressia. In poco meno di un anno Margherita è passata da pesare 50 kg a 25 kg, eliminando tutti i cibi ad alto contenuto calorico e aumentando gli allenamenti. Dopo 5 anni di lotta contro la malattia, Margherita è tornata in forma, ha abbandonato la danza classica per dedicarsi ai musical. Sui social mostra le sue foto senza vergogna, facendosi portavoce di una realtà purtroppo ancora poco considerata.
Hannah Koestler aveva un indice di massa corporea di 11
Hannah è diventata una vittima dell’anoressia durante l’ultimo anno delle scuole superiori. La sua malattia è nata da un disturbo nervoso che ha cambiato completamente la sua vita spegnendola grammo dopo grammo. Hannah dichiara sui social che l’esperienza del ricovero è stata la cosa più difficile che abbia mai incontrato nella sua vita ma ne è valsa la pena. Non illude chi ha il suo stesso problema, racconta di quanto sia strano vedere quello che fino al giorno prima fosse il tuo peggior nemico (il cibo) trasformarsi nell’unico aiutante che può salvarti la vita. Non è stato facile ma ce l’ha fatta.
Connie Inglis a un anno di differenza
Connie Inglis, dopo aver combattuto la malattia ed essere stata dimessa dall’ospedale ha deciso di fare qualcosa per se stessa e per gli altri. Per chi si è ritrovato nelle sue stesse condizioni e non ha avuto le sue stesse opportunità.
Con l’account Instagram e il sito web my_life_without_ana, Connie riesce a raccogliere fondi per BEAT, la charity inglese che si occupa dei disordini alimentari ed è riuscita a donare un sostegno in più ai malati di anoressia.
Elle Lietzov
La storia di una ragazza che ha rifiutato perfino l’acqua per una settimana perchè il suo corpo non le piaceva. Dopo il duro ricovero, nel suo account Instagram scrive di essere “Felice e sicura di sé”. Pensava che il giorno in cui si sarebbe sentita di nuovo sicura e felice nel suo nuovo corpo con qualche taglia in più non sarebbe mai arrivato e invece tutto questo è stato possibile e ne è valsa la pena.
Linn Stromberg
A 23 anni è sopravvissuta a un attacco cardiaco causato da una dieta di sole 400 calorie. Per Linn era impossibile mangiare cibo senza pensare alle calorie. Odiava il suo corpo ed era spaventata dal cibo. È riuscita a liberarsi dai disturbi alimentari, è di nuovo sana e ama il suo corpo. Mangia qualsiasi cosa voglia in qualsiasi momento. E lo sport le ha ridato la sicurezza che non pensava di avere.
Megan Jayne Crabbe e il suo cambiamento radicale
“Non devi perdere peso per indossare un bikini quest’estate”.
Megan Jayne Crabbe è diventata sui social una vera e propria motivatrice. Insegna alle donne di ogni età a credere in se stesse, a convincersi che si è belle per come si è. Vivere ogni giorno senza paura di mostrarsi agli occhi degli altri. Nessun abito che copra e nessun ritocco in photoshop. La bellezza è imperfezione.
Kaytlyn Davidson
Kaytlyn è arrivata a pesare 37 kg e ad allenarsi duramente con lo scopo di assomigliare sempre di più al suo ideale di corpo perfetto. Ora dopo avere sconfitto la malattia, per Kaytlyn avere un corpo perfetto significa essere in grado di creare, condividere e sfidare se stessi e non assolutamente adeguarsi a uno stereotipo dettato da una stupida società.
Aroosha Nekonam
Aroosha ha definito l’anoressia come una relazione abusiva con se stessa. Sapeva che fosse tossica ma pensava non ci fosse modo per migliorare quella situazione. Sperava di svegliarsi un giorno con la sensazione che l’anoressia l’avrebbe amata e che si sarebbe sentita bene con il suo corpo. Quella sensazione non è mai arrivata. Fino al giorno in cui ha ammesso a se stessa che stava soffrendo e aveva bisogno d’aiuto. E ha permesso a chi l’amava di farlo.
Sarah Ramadan prima e dopo la malattia
Sarah Ramadan dopo aver combattuto la malattia si è dedicata completamente al fitness. Ora ha un corpo fantastico, super tonico e in perfetta forma. Nonostante ciò continuare a ribadire che la cosa più importante è amare se stessi.
La vera felicità sta sotto la pelle.
Chiara: «Sembrava impossibile tornare in salute, ma ce l'ho fatta»
Chiara parla apertamente dell’anoressia. Dice senza vergogna che è una malattia mentale. Troppo spesso infatti ci limitiamo a parlare dell’anoressia come se fosse solo un disturbo alimentare. Lei ci ricorda invece che è un disturbo mentale a tutti gli effetti, che implica severe conseguenze fisiche. E come tale, il ricovero non consiste semplicemente nel ritornare a mangiare, il lavoro più duro da fare per guarire è nella testa del malato.
Amalie Lee
Anche Amalie sostiene che la lotta più dura sia nella testa del malato. Non basta prendere peso per guarire. Per lei la guarigione è avvenuta quando non si più sentita ossessionata dal cibo e dal corpo, quando non è più stata schiava di numeri e demoni mentali. È guarita quando si è sentita libera.
Erika e la sua trasformazione stupefacente
“Erika la tigre” è il nickname che Erika si è data sull’account Instagram. La tigre è simbolo di forza e ammirazione. Forza che Erika ha recuperato dopo la malattia e ammirazione che ora prova nei confronti del suo corpo.
Racconta ai suoi follower quanto diventi facile respirare quando realizzi che va benissimo essere imperfetti, che va benissimo non realizzare le speranze che gli altri avevano su di te, ma le tue. Sostiene che le persone che ti sono intorno non sempre ti capiranno e non sempre approveranno le tue scelte. Ma andrà bene perché è normale. L’importante è poter contare sempre su se stessi.
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