Sfortunatamente, alla fine, Jamie Linvingston si è dovuto arrendere a quel nemico tremendo, quel cancro perfido che lo ha prima fatto lottare, e poi lo ha strappato alla vita. Eppure, grazie alla sua idea, Jamie si è assicurato una sorta di immortalità, un posto sempre molto vivo nella memoria dei suoi cari.
Il 31 marzo del 1979, quando era appena uno studente di college al Bard College di Annandale-on-Hudons, Jamie ha deciso di scattare una foto con la sua Polaroid SX-70. Da lì non si è più fermato, e ha scattato centinaia, migliaia di foto per i successivi 18 anni, fino al giorno, appunto, della sua morte, avvenuta il giorno del suo quarantunesimo compleanno, nell’ottobre del 1997. Una foto al giorno, per immortalare momenti di quotidianità, i volti degli amici, della fidanzata, ma anche oggetti, luoghi della sua New York, attimi che testimoniavano il suo percorso post-chemioterapia e la sua malattia.
Jamie, regista (ha lavorato per la nascente MTV), fotografo ma anche artista circense, ha lasciato qualcosa come seimila fotografie, e proprio per questo si può dire di aver regalato di se e di quella che è stata la sua vita un ricordo davvero indelebile. Betsy Reid e Hugh Crawford, due amici intimi, dopo la sua morte hanno pensato di riunire tutte le polaroid caricandole su un sito Web, intitolato proprio Jamie Livingston: Some photos of the day, dove chiunque può entrare a far parte del mondo dell’uomo, rivivere le sue stesse esperienze, provare a respirare le stesse sensazioni, le emozioni vissute, dalla paura nei giorni della malattia fino alla gioia nel giorno del suo matrimonio, celebrato appena poche settimane prima della sua morte. Chiunque potrà vedere attraverso quegli scatti che raccontano una quotidianità assolutamente normale, fino al tragico epilogo, la storia di Jamie e di tante altre persone che come lui hanno attraversato o attraversano momenti difficili.
Sono immagini che toccano davvero il cuore, ma che vale la pena di raccontare e di mostrare. Con il suo progetto fotografico, che ha mostrato al mondo intero la parte più intima della sua anima e della sua vita, Jamie si è assicurato il ricordo eterno.
15 giugno 1979, autoritratto
31 marzo 1979: la prima foto del progetto
27 maggio 1979, al college
31 marzo 1980, sulla metro di New York
26 maggio 1980
11 agosto 1980
13 giugno 1981
6 dicembre 1980
1 giugno 1981
26 luglio 1981, una foto "osé"
7 marzo 1982, la prima realtà virtuale
11 aprile, 1982
19 aprile 1982
18 luglio 1982
22 luglio 1982, in Francia
14 novembre 1982
1 gennaio 1983
21 gennaio 1983, Jamie al lavoro
3 aprile 1984, un totale di 1500 fotografie
5 maggio 1984
3 agosto 1984
8 marzo 1985
27 giugno 1985
3 settembre 1985
13 marzo 1986
29 aprile 1986, a una partita dei Mets
9 agosto 1986
23 settembre 1986
12 dicembre 1986
27 dicembre 1986
30 marzo 1988
7 giugno 1988
30 gennaio 1989
2 luglio 1989
7 luglio 1990
7 dicembre 1990
8 dicembre 1990
5 marzo 1991
9 aprile 1991, biglietti per la partita di baseball
13 marzo 1994
28 marzo 1994
8 novembre 1995
2 gennaio 1996
26 giugno 1996, alle Twin Towers
5 dicembre 1996
7 febbraio 1997
13 febbraio 1997
25 aprile 1997
2 maggio 1997, la sua salute comincia a peggiorare
4 maggio 1997, la cicatrice lasciata dall'intervento alla testa
8 maggio 1997
2 giugno 1997, autoritratto
24 giugno 1997, le medicazioni diventano la sua quotidianità
19 luglio 1997
29 luglio 1997, dopo la chemioterapia
13 agosto 1997
20 agosto 1997, gli amici in ospedale
21 agosto 1997
11 settembre 1997, i capelli tornano a crescere
29 settembre 1997, Jamie è ancora gravemente malato
5 ottobre 1997, decide di chiedere la mano alla sua compagna
7 ottobre 1997, Jamie e la compagna nel giorno del loro matrimonio
10 ottobre 1997
20 ottobre 1997, Jamie peggiora
24 ottobre 1997, un amico suona per lui in ospedale
25 ottobre 1997: l'ultima foto di Jamie
Jamie muore il giorno del suo quarantunesimo compleanno.
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