Quanto successo a Manchester nella sera del 22 maggio non può non averci scossi profondamente, dolorosamente, come accade, del resto, ogni volta che il terrore cerca di minare le nostre piccole sicurezze quotidiane, di imporsi su di noi, di avere la meglio sul nostro desiderio di sorridere, di uscire, di divertirci… insomma, di vivere.
Parigi, Bruxelles e adesso Manchester: luoghi diversi, paesi diversi, accomunati però tutti dalla stessa, immane, indescrivibile tragedia; quella di persone, di famiglie, di amici, di ragazzi, che pensando di passare ore spensierate assistendo a un concerto, o viaggiando, o uscendo per una passeggiata, si ritrovano coinvolti in un orrore senza spiegazione, senza perché.
Eppure, in tutto questo lacerante strazio, nel vuoto incolmabile, lasciato nell’anima di tutti noi, da quella bomba che si è portata via ragazzi appena adolescenti, bambini, giovanissimi, uno spiraglio di luce arriva: mentre ciascuno di noi è attanagliato dai suoi dubbi, dal suo sgomento, dalla ricerca di risposte che non arriveranno mai semplicemente perché non esistono, il dramma della Manchester Arena ci dimostra, ancora una volta, che l’umanità non è morta con le vittime della follia, che non intende spezzarsi né piegarsi all’orrore di chi la vorrebbe scambiare con la paura.
Come in seguito agli attentati di Parigi del novembre 2015, anche dopo la strage di giovanissimi di Manchester la comunità, anche al di fuori dei confini britannici, si è mobilitata: sono tantissimi gli aiuti, i gesti solidali, i messaggi di collaborazione partiti in soccorso dei sopravvissuti; molti di questi, come spesso accade, corrono sul Web, proprio grazie a quei social tanto cari ai più giovani. Non solo #PrayforManchester e #MissingiInManchester, in queste ore sono davvero molti gli hashtag creati per dare qualunque tipo di supporto alla popolazione Mancunians. Fra tutti spicca #RoomforManchester, usato da quanti hanno deciso di aprire le porte delle proprie case per offrire un letto, un riparo, un tetto a chi ancora non è riuscito a fare ritorno alle proprie abitazioni. Un po’ sulla scia di quel #portouvert ideato dopo gli attentati al Bataclan e in altre zone della capitale francese.
Ma anche fra le strade della città inglese si assiste, in questi assurdi e inverosimili giorni dopo l’attacco impietoso, a scene che rincuorano e fanno tornare ad avere fiducia nell’umanità, grazie agli eroi più improbabili, comuni, meravigliosi: dai tassisti che offrono corse gratis per i genitori che corrono dai figli recuperati e ricoverati in ospedale, al rabbino che conforta un poliziotto con un buon caffè, fino al senzatetto che è riuscito, nella sera della strage, a salvare una bambina.
È di loro che vogliamo parlare; vogliamo raccontare le storie positive, belle, di tutti questi eroi “normali”, di coloro che sono la prova del fatto che la nostra coscienza non è sopita, ma viva, vibrante, pronta a mettersi al servizio di chi ne ha bisogno. In questa gallery abbiamo raccolto le immagini e le storie di chi ci dimostra che l’umanità non accetta di farsi piegare dal terrore, ma è pronta a sfidarlo, a viso aperto, senza timori. Da loro vogliamo e dobbiamo prendere esempio, e trovare quel briciolo di speranza per un avvenire che troppe volte, davvero troppe, qualcuno cerca di oscurare.
Una bambina portata in salvo
Quel cerchietto diventato il simbolo della strage
Il cerchietto con le orecchie da coniglio indossato da Ariana Grande, l’artista che teneva il concerto alla Manchester Arena la sera della strage, è diventato il simbolo del dolore per le vittime, giovanissime, dell’orrore.
Paula, l'Angelo dei bambini
Paula Robinson, 48 anni, originaria di West Dalton, è la donna che ha salvato circa 50 bambini. Nel momento dell’esplosione si trovava con il marito alla stazione della metropolitana accanto alla Manchester Arena.
Siamo corsi fuori – ha detto in un’intervista al Daily Mail – e in pochi secondi abbiamo visto ragazzi e bambini che correvano insieme a noi.
Così Paula, assieme al marito, ha raggruppato tutti i bimbi e i teenagers che avevano perso i genitori durante la fuga e li ha portati con sé al vicino hotel Premier Inn. È stata ribattezzata sui social “Angel“.
Il tweet di Paula per mettere in contatto i genitori con i figli
In fila per donare il sangue
Tantissime le persone che stanno facendo letteralmente la fila per donare il sangue ai feriti dell’attentato.
Il tassista dal cuore grande
Aj Sing, un tassista di origini indiane, con il suo taxi ha trasportato decine di feriti e parenti in cerca dei familiari. Dopo aver sentito la notizia della tragedia in tv, Sing si è precipitato in strada e con il suo taxi ha viaggiato per tutta la notte. La meta sempre la stessa, l’ospedale, come il messaggio appeso al vetro posteriore del suo taxi: “Corse gratis“.
La sua foto, postata su Twitter, ha fatto il giro del web diventando virale.
Ho cercato di aiutare dove c’era bisogno – ha raccontato a Channel 4 – C’erano persone che cercavano i propri cari, li ho portati all’ospedale. Non avevano soldi e non c’erano altri mezzi di trasporto in città, tutte le strade erano chiuse. Poco importa chi sia stato a fare questo. Noi siamo uniti e nelle situazioni difficili ci avviciniamo ancora di più.
Organizzati su WhatsApp
Sono moltissimi i tassisti che, come Aj, si sono offerti per prestare aiuto. Alcuni di loro si sono organizzati su Whatsapp, come mostra la foto di una chat pubblicata dal profilo Twitter ufficiale di Andy Burnham, il sindaco di Greater Manchester. I rinforzi sono arrivati anche da Liverpool con un semplice messaggio: “Amici, se siete a casa e siete liberi prendete il vostro taxi e offrite corse gratuite ai feriti di Manchester“. Bob Azam, altro conducente di Manchester, in un video pubblicato su Facebook dice:
I cittadini di Manchester sono fantastici per questo. Per quanto possa essere tragico ciò che è accaduto, noi sappiamo reagire. Se avete bisogno non esitate a contattarmi.
L'offerta dei tassisti di Manchester
Le figlie in salvo
Steve Rotheram, un politico locale che aveva entrambe le figlie al concerto, posta un tweet di ringraziamento per le sue ragazze messe in salvo:
Grazie per aver attraversato tutto e aver raggiunto le mie due ragazze all’Arena di Manchester.
Tanti ringraziamenti
Grazie, grazie ai servizi di emergenza, ai tassisti, agli hotel, e ai buoni samaritani che si sono mobilitati tutti insieme nel momento del bisogno.
#RoomforManchester
Come successo dopo gli attentati a Parigi, anche gli abitanti di Manchester e dintorni hanno lanciato un hashtag per offrire riparo e riposo ai sopravvissuti.
Solidarietà senza fine
Vivo a 5 minuti dalla Manchester Arena – scrive questo ragazzo – ho un divano letto, cibo, bevande e un caricatore per cellulari per chiunque abbia bisogno di aiuto.
Tantissimi ragazzi aprono le porte delle proprie case
Il rabbino e il poliziotto
Un rabbino offre un caffè a un poliziotto.
Fra i volti umani post-attentato, c’è anche il dottor Mounir Hakimi, chirurgo all’ospedale di Lanchashire, che ha raccontato a Middle East Eye di essere stato chiamato per operare d’urgenza una vittima dell’attacco.
In Siria ho trattato lo stesso tipo di ferite – ha spiegato il medico britannico, che per mesi ha lavorato come volontario nel paese orientale; Hakimi gestisce una Ong che offre corsi di formazioni ai medici in prima linea, soprattutto nei contesti di guerra. È straziante vedere lo spargimento di sangue. I bambini sono innocenti e non dovrebbero pagare il prezzo del terrorismo.
L'eroe che non ti aspetti
Chris Parker è un senzatetto di 33 anni che, al momento dell’esplosione, stava chiedendo l’elemosina nel foyer dell’Arena.
Sono stato scaraventato a terra e quando mi sono rialzato ho visto che c’erano dei corpi sul pavimento – ha raccontato all’Associated Press – Ho visto una bambina, era senza gambe. Non sapevo cosa fare, l’ho avvolta in una maglietta delle bancarelle e le ho chiesto dove fossero i genitori. Poi l’ho portata nella prima ambulanza che ho trovato.
Chris ha raccontato anche di aver provato ad aiutare anche una donna di 60 anni, “ma le sue condizioni erano davvero pessime“.
Una crowdfunding per lui
Dopo il suo gesto eroico, i cittadini di Manchester hanno organizzato una raccolta fondi per aiutarlo. Un altro grande gesto di umanità nato dalla tragedia.
Cosa ne pensi?