Si riprende mentre fa yoga durante le mestruazioni senza censura

Mestruazioni uguale tabù? Ma Steph, maestra di yoga, non ci sta: "È ora di smetterla di nasconderci per qualcosa che rappresenta una funzione assolutamente naturale del corpo".

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Sono del tutto naturali, fisiologiche, uno dei simboli della femminilità, eppure le mestruazioni, nonostante tutto, sono ancora vissute dalla maggior parte delle donne come dei veri e propri tabù: qualcosa da nascondere, di cui parlare a malapena con le persone più intime, qualcosa che non deve essere mostrato per nessun motivo.

Tanto che, in alcuni Paesi, il ciclo mestruale rappresenta una specie di marchio di impurità per le donne, costrette ai margini della vita sociale, obbligate a rispettare divieti che paiono assurdi e a mantenersi in disparte durante il loro periodo.

Però c’è anche chi non si vergogna a parlare delle proprie mestruazioni e anzi le mostra addirittura in un video postato sui social. Steph Gongora, maestra di yoga del Costa Rica, ha infatti pubblicato sulla propria pagina Instagram un filmato che la riprendeva impegnata, come sempre, nella sua lezione quotidiana. Niente di diverso dal solito, quindi, se non fosse che dal pantalone bianco spunta un’evidente, e per nulla celata, chiazza rossa. Nessun incidente o episodio non voluto, però, l’intento di Steph, da anni impegnata come attivista per “Girl Period” o per brand come Lola o Thinkx nella crociata per il realismo mestruale, era proprio quello di mostrare cosa accade quando l’assorbente interno non fa “il suo dovere”, come spesso accade a tutte noi.

Ho un ciclo pesante- ha detto Steph a wellandgood.com– posso riuscire a sporcare due super assorbenti interni e un assorbente grande in un’ora.

Nel commento che accompagnava il video, Steph ha scritto:

Sono una donna, quindi, sanguino. È disordinato, è doloroso, è terribile, ed è bello. E tuttavia, non si sa. Perché mi nascondo. Seppellisco cose sul fondo del cestino. Respiro, lacera e goffa per via dei crampi, il tutto tenendo le labbra strette, con il sorriso dipinto sul volto. Assorbenti interni? Shhh. Non diciamo queste parole ad alta voce. Nascondeteli. Nella tasca posteriore della vostra borsa, in un angolo del cassetto del bagno, nella parte inferiore del vostro carrello della spesa (sperando di avere almeno una cassiera di sesso femminile).
Eventi o impegni persi Io dico a me stessa che è per via del ciclo, certo, ma ha più a che fare con il rischio di essere “beccata”… non ne sono molto sicura.
E sono fortunata. Oltre 100 milioni di giovani donne nel mondo perdono la scuola o il lavoro per la mancanza di un adeguato approvvigionamento mestruale, e per la paura di ciò che potrebbe accadere se qualcuno vedesse quella che è una naturale funzione del corpo. Perché?

Perché centinaia di anni di cultura ci hanno fatto sentire in imbarazzo a sanguinare. Ci hanno lasciato sensazione di sporco e  di vergogna.

Smetti di fingere. Smetti di usare nomignoli stupidi come” la zia Flo” perché hai troppa paura di dire “sto sanguinando” o “vagina.” Smetti di sprecare tanta fatica per nascondere la cosa che dà  continuità alla nostra specie.
Inizia a parlarne. A educare le tue figlie. A far capire loro che può essere sia un inconveniente che un dono, ma mai qualcosa di cui vergognarsi. Educate i vostri figli a non fuggire alla parola tampone. Così che, quando una ragazza sanguina e macchia i suoi pantaloncini kaki, non si perpetui il ciclo di vergogna e di intolleranza.

Il video di 48 secondi di Steph è diventato subito virale, visto 480 mila volte e con più di 7 mila commenti, naturalmente estremamente frammentati fra chi approvava la sua scelta e condivideva con lei l’idea di parlare pubblicamente delle mestruazioni e chi, invece, parlava di “inutile spargimento di sangue”. C’è anche chi – tanto per ricordare che non c’è limite al peggio – le ha fatto recapitare addirittura delle minacce di morte. Davvero troppo, per quanto si possa non essere d’accordo con la decisione di mostrare le sue chiazze di sangue dovute al ciclo, per una donna che, in fondo, ha espresso solo la propria volontà di non nascondersi, di non nascondere qualcosa che fa parte di lei e della sua femminilità.

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