Il neopapà che aveva scritto "Siamo in stanza con le scimmie" chiede scusa e ammette la bugia

Il neopapà che aveva scritto "Siamo in stanza con le scimmie" chiede scusa e ammette la bugia
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Aggiornamento del 20 giugno 2017

Il papà autore dell’increscioso post razzista su Facebook, di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi, si è scusato e ha ammesso le sue responsabilità.

A dirlo, un articolo su Il Resto del Carlino, in cui vengono riportati gli stralci di una lettera che il giovane, tutelato dall’avvocato Massimo Martini per le minacce di querela da parte dell’AUSL, si legge, avrebbe scritto:

Mi vergogno

C’è da analizzare il contesto in cui ho scritto quella porcheria, un gruppo chiuso che appartiene a una categoria di infido e nefasto black humor, a tratti ripugnante

parla di

commenti che sono quanto di più discutibile sul piano umano si possa immaginare

e di

una gara tra ignoranti al cattivo gusto a 360 gradi.

Questo non rende la cosa meno infantile e deplorevole.

Non credo a nessuna di quelle parole che ho scritto, se così fosse vorrebbe dire che sarei disposto a lanciare mio figlio dal quarto piano… Amo profondamente il mio cucciolo e mia moglie, così come non odio nessuna persona di etnia diversa.

Forse ho una maniera troppo irruenta di scrivere, senza pormi troppi problemi sulle conseguenze. Chi mi conosce sa come sono nella quotidianità e ritengo corretto quanto dichiarato dall’Ausl, ossia che ‘l’ospedale è di tutti’. Se fossi razzista avrei chiesto di farmi cambiar camera.

Poi, il Resto del Carlino parla di precisazioni da parte dell’uomo

di aver lavorato negli anni con uomini e donne straniere, di averne aiutata una, vittima di un furto, e di aver trascorso «tempo piacevole in compagnia di albanesi e rumeni», ma anche «napoletani, siciliani e sardi»: lo dice in buona fede, ma qui la toppa pare quasi peggio del buco.

Un’invenzione, invece, la scusa – apparsa sin da subito pretestuosa alla luce di altri post passati sullo stesso tono dell’uomo – del cellulare rubato con cui, in una prima battuta, aveva provato a far credere a tutti di non essere stato l’autore del gesto:

preso dallo sconforto ho fatto la cosa più semplice e infantile: inventarmi qualcosa.

Infine, le scuse alla signora della camera:

All’inizio mi è mancato il coraggio, ora vorrei che si facesse viva, magari contattando il mio avvocato, perché a mente fresca penso sia giusto che mi assuma le mie responsabilità.

Articolo del 13 giugno 2017
“Siamo in stanza con le scimmie”: gli insulti del neopapà alla famiglia di colore

La nascita di un figlio dovrebbe rappresentare un momento di estrema felicità per tutti i neo genitori, e non certo un’occasione per deridere gli altri o far uscire fuori i lati peggiori del proprio essere.

A quanto pare, però, non per tutti è così: la pungente Selvaggia Lucarelli, opinionista irriverente e spesso al centro di polemiche e battibecchi, ma sempre molto attenta quando si tratta di rendere noti al pubblico i cosiddetti “idioti del Web”, che sui vari social postano immagini o commenti di pessimo gusto o dal tenore abbastanza pesante sui più disparati argomenti, ha infatti recentemente condiviso su Facebook vari screenshot, presi da una pagina che dovrebbe (ma il condizionale è veramente d’obbligo, dato il tenore di commenti e post vari) essere goliardica, su cui “spiccava” proprio il post, con relativi commenti, di un ragazzo, appena diventato padre, il quale, anziché godere dei primi, meravigliosi istanti di vita del figlio, ha pensato bene di fare una foto alla famiglia di colore alle sue spalle, anch’essa riunita per la nascita di un bambino, appellandola come “scimmie”.

Un maldestro tentativo di risultare simpatico sui social, quello che molti cercano di fare senza neppure curarsi di offendere gli altri (basti pensare al caso di Vanessa Incontrada, negli ultimi giorni), oppure semplicemente l’espressione più imbarazzante e disarmante di un vero e proprio razzismo di fondo, nemmeno troppo latente in realtà ma perfettamente palesato? In tutto questo, inoltre, come se già non fosse sufficiente la gravità del post, ad aggiungersi all’orrore mediatico ci sono quasi 5000 like e una marea di commenti di sostegno, di cui tantissimi – e non ne siamo per nulla orgogliose- arrivano da ragazze.

Selvaggia ha scritto nel suo post:

Nei gruppi fb ne ho vista di merda, ma questa è particolarmente degna del gruppo che la ospita, quello che ha appena riaperto, il gruppo che “la satira è satira”, “noi facciamo black humor”.
Tale Gianni Nicholai, alpino di Ravenna, è in ospedale con la moglie. Gli è nato il primo figlio. (Anzi, come dice lui “sua moglie l’ha cagato fuori”) Condivide la stanza con una donna di colore che ha appena partorito. Ci sono gli altri figli della donna a dare il benvenuto al fratellino o alla sorellina.
Lui cosa fa? Nel giorno più importante della sua vita fotografa di nascosto la famiglia dietro di lui e parla di scimmie e zoo e poi getta in pasto la foto ai trogloditi come lui. 5000 like.
Leggete i commenti e i suoi ulteriori commenti, che fanno rabbrividire.
Spero che si prenda una denuncia dall’ospedale di Ravenna e da quella famiglia, tutta.
Per il resto, ripongo sempre meno fiducia nell’umanità.
P.s.
Mi spiace solo per il bimbo venuto al mondo. Non quello di colore, quello bianco. Spero possa diventare un uomo migliore del padre.

Inutile dire che siamo perfettamente d’accordo con la Lucarelli.