Vivere con due genitori tossicodipendenti non deve essere affatto facile, soprattutto quando hai due anni e gran parte delle tue esigenze dipendono proprio da mamma e papà, perché non sei ancora autosufficiente e necessiti di cure, cibo, vestiti puliti e tanto amore.
Quella che la street photographer di San Pietroburgo Irina Popova ha scoperto girando per la sua città è proprio la storia di una famiglia così, con due genitori votati agli eccessi e della loro Anfisa, una bellissima bambina di soli due anni con grandi occhi azzurri e riccioli dorati. Lilya e Pasha, i due genitori di Anfisa, hanno accettato che Irina realizzasse un servizio fotografico sulla loro quotidianità, senza paura di mostrare la loro realtà di tutti i giorni anche nei suoi lati peggiori, come nelle immagini che raccontano la devastazione nei volti e nei corpi dei due dopo le feste a base di alcol e droga, davanti agli occhi della loro piccola. Ciò che è nato nelle due settimane in cui Irina Popova ha seguito la famiglia è un progetto fotografico di altissimo impatto, su cui la critica si è naturalmente scatenata, assieme alle reazioni indignate di quanti pongono l’accento sulle implicazioni morali dietro un progetto del genere.
Dopo l’esposizione in una galleria di San Pietroburgo, a cui hanno presenziato anche Lilya e Pasha, la serie di fotografie è stata raccolta sia sul sito ufficiale della fotografa che in un libro, chiamato Another Family, un’altra famiglia.
Sono passati tre anni da quando il servizio è stato realizzato, nel frattempo alcune cose sono cambiate, ma vediamolo insieme.
Irina incontra Lilya girando per San Pietroburgo
Irina incontra Lilya nel 2008, mentre quest’ultima stava facendo pipì per strada. Alla richiesta di una foto, Lilya risponde mettendosi in posa, e invita la fotografa a casa sua, dove conosce il compagno Pasha e la bimba Anfisa. Irina racconta: “Stavano ascoltando musica orribile, guardando film horror e la loro casa sembrava più un club cyber-punk che un’abitazione“.
Una casa piena di droga
Lilya e Pasha accettano che Irina li segua per due settimane, scattando foto per un progetto.
Vivere con due tossicodipendenti
Irina per 14 giorni segue ogni momento della loro giornata, assiste alla loro quotidianità segnata dal consumo di droga, ne testimonia la totale distanza da un modo di vivere “normale”. Irina diventa spettatrice involontaria di una realtà che è però diversa dallo stereotipato concetto di tossicodipendenza cui siamo abituati. Nella serie di fotografie è evidente tutto il dramma della tossicodipendenza, i volti scavati dal consumo di eroina, la mancanza di attenzione verso Anfisa, ma anche momenti, seppur rari, di amore e di affetto.
Qualche momento insieme nel lettone
La serie di fotografie è diventata un progetto chiamato Another Family, esposto nel 2014 in una galleria di San Pietroburgo. Molto diverse e contrastanti le reazioni che hanno accolto l’esposizione: alcuni hanno pesantemente criticato Irina per non essere intervenuta, denunciando la situazione di estremo disagio in cui Anfisa viveva.
Anfisa gioca con le sigarette della mamma
Anfisa beve dal biberon
Another Family è anche diventato un libro.
Lilya chiede soldi agli autotrasportatori
Nei giorni in cui è stata con loro Irina ha visto Lilya e Pasha scendere in strada solo per chiedere qualche moneta e per comprare alcool a buon mercato.
Lilya torna a casa con Anfisa in un passeggino per bambole
Un momento di tenerezza
Pasha gioca con la sua bimba, facendole pernacchie sui piedini
Anfisa si affaccia da un balcone (sotto c'è una rete protettiva)
Uno sconosciuto abbraccia Lilya davanti agli occhi di Anfisa
Pasha e Lilya devastati dopo una festa
Lilya spinge il passeggino con Anfisa
Anfisa sorride all'obiettivo di Irina
La piccola osserva mamma e papà
L'intero progetto fotografico è visibile sul sito di Irina
Le cose sono cambiate
Oggi le cose sono cambiate per Anfisa: un anno e mezzo dopo l’esposizione delle foto, Lilya ha abbandonato la famiglia e adesso è Pasha a occuparsi in maniera esclusiva della piccola, cercando di tirare avanti con occupazioni saltuarie e sottopagate. “Nonostante ciò – racconta Irina – Anfisa parla e cresce come gli altri bambini. Solo il suo sguardo è diverso. Sembra più serioso di quello degli altri bambini“.
Difficile non capire perché.
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