Il lato più vulnerabile degli uomini in 11 scatti

Il lato più vulnerabile degli uomini in 11 scatti
Fonte: Jo Imperio
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I soggetti maschili di Jo Imperio non si mettono in posa, non sono degli adoni che attraggono per la loro avvenenza, muscoli oleati o anche solo prestanza. Sono uomini semplici, normali, simili ai nostri fratelli, fidanzati e amici più cari. Ma facciamo in passo indietro per scoprire storia alla base del progetto fotografico.

La Imperio, da bambina, non ebbe mai contatti con il padre fino all’età di sette anni e l’unica modalità attraverso la quale le fu possibile relazionarsi con la sua immagine, fu attraverso le fotografie che lui mandava a casa regolarmente. Una volta conclusa la lunga trasferta di lavoro paterna, il ritorno a casa dell’uomo – dopo i tanti anni di assenza – fu destabilizzante per Jo. Vederlo interpretare il ruolo del patriarca autoritario, mentre lei non era in alcun modo abituata ad una tale presenza – che percepiva come invadente e persino ingombrante – la spiazzò. Il padre divenne presto il leader di casa, con i suoi doveri, imposizioni, decisioni e ancor di più pretese. Fu difficile per Jo accettare la nuova struttura familiare. I contrasti tra i due aumentarono al punto che lei non fu mai in grado di tollerare quel nuovo status instauratosi in casa.

Sulla base di questi episodi nasce oggi in Jo Imperio il desiderio di celebrare un diverso tipo di mascolinità, in contrasto con quello che era abituata a veder interpretato all’interno delle mura di casa. Oggi, Jo – una donna adulta a consapevole – sceglie di privilegiare la vulnerabilità all’autorità.
Gli uomini che ritrae vengono fermati attraverso luci stroboscopiche con una fotocamera di medio formato. Il filo che unisce tutte le sue immagini mette in evidenza un carattere distintivo di ogni figura ritratta, ma lei punta a trasmettere serenità, benevolenza e bellezza gentile. Gli uomini di Jo rifiutano le pose plastiche, non esibiscono una forza gestuale, non sono modelli da calendario (e nemmeno da giovedì gnocchi) eppure coinvolgono in modo sereno e piacevole.
Prima di iniziare uno shooting, Jo si fa una chiacchierata con i suoi modelli, li incoraggia e li invita ad esplorare se stessi, ma chiede loro di mostrarsi senza alcuna facciata artificiale. I ragazzi che ritrae affrontano coraggiosamente la macchina fotografica, sfidando imbarazzo del proprio corpo nudo.
Uomini svestiti, in pose anche femminili, in ambiente urbano, provocatoriamente in contrasto con ciò che li circonda. La scelta di effettuare gli scatti in natura, nonostante l’ambientazione sia a New York , punta a creare un effetto surreale e a mettere in evidenza il senso di malessere che gli uomini provano quando la loro mascolinità viene messa alla prova o in discussione.

Man mano che il progetto fotografico prendeva corpo, Jo ha persino chiesto a suo padre di prendervi parte, e fin dai primi scatti ha potuto rendersi conto dell’affetto genuino che provava nei confronti di quell’uomo che aveva così tanto combattuto, riuscendo così a riconciliarsi con quel padre mai vissuto in modo autentico.