Il cosiddetto uomo nero non ha spaventato solo noi durante la prima infanzia ma, molto probabilmente, anche i nostri parenti lontani. In fondo, siamo sincere, chi da bambina non ha mai avuto paura di un mostro nell’armadio, sotto al letto oppure fuori dalla finestra? Quando si è piccoli, si sa, il minimo rumore o un’ombra possono presto sembrare la più temibile delle creature e spesso, soprattutto durante l’epoca rigida del Novecento, si faceva leva proprio sulla paura per educare i giovani.
E se di paura vogliamo parlare è impossibile non citare la serie di “cartoline educative” del 1920 intitolata The Goblins will get you if you do not watch out (letteralmente, “I Goblin ti prenderanno se non starai attento”). Si tratta di immagini singolari e dal forte contenuto terrificante che hanno tutte le carte in regola per spaventare anche gli adulti moderni. Ma per capire meglio tali illustrazioni bisogna partire dall’invenzione del visore stereoscopico, avvenuta per merito di Charles Wheatstone. Nonostante la sua prima costruzione sia datata 1832 è soltanto nei primi anni del ‘900 che tale invenzione trovò il suo vero successo: fra immagini raffiguranti ambienti alberati e fiabe della buonanotte, lo stereoscopio veniva utilizzato anche come mezzo educativo e pedagogico per impartite lezioni di disciplina ai giovani dell’epoca. Ecco che quindi che fa la sua apparizione la serie di immagini pubblicata da noi in questa gallery: una storia lunga 12 fotogrammi per spingere i bambini a rimanere ubbidienti… Anche se il metodo consisteva nel terrorizzarli. Nelle fotografie si vede quindi chiaramente una madre che mette a letto la figlia, raccomandandole di essere ubbidiente. Un ammonimento che, però, la piccola non accoglie e per questo motivo viene rapita dall’uomo nero.
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