Si discute spesso circa l’opportunità di insegnare ai bambini e ai ragazzi l’educazione sessuale, e naturalmente l’opinione si divide, in linea di massima, fra quanti preferirebbero decisamente ritardare il momento in cui i figli fanno conoscenza con il sesso e chi, invece, troverebbe proprio nell’insegnamento dell’educazione al sesso un ottimo metodo per insegnare anche il rispetto di se stessi e dell’altro sesso: insomma, comprendendo esattamente “come funziona”, i ragazzi capirebbero anche come mettersi al riparo dai problemi possibili legati appunto ai rapporti sessuali, come malattie o gravidanze indesiderate, e al contempo, sostengono in molti, anche i futuri uomini, troppo spesso protagonisti di episodi di violenza sulle donne, imparerebbero a rapportarsi correttamente, nel pieno rispetto, con l’altra metà del cielo.
Certo è che nelle scuole, ancora oggi, vuoi per pudore, vuoi per un eccessivo moralismo, vuoi, semplicemente, per mancanza di metodologie adeguate, l’educazione sessuale viene affrontata poco o nulla; le cose, però, potrebbero cambiare, almeno in Inghilterra, dato che il neo direttore del British Museum, Hartwig Fischer, insediato da pochi mesi e primo tedesco al vertice di una grande istituzione culturale del Regno Unito, ha avuto l’insolita ma affascinante idea di coniugare due argomenti che suscitano reazioni diverse nei ragazzi: ha infatti pensato di riservare una mostra proprio all’arte erotica, così da organizzare veri e propri corsi di educazione sessuale all’interno del museo, da svilupparsi tramite la visione di pezzi antichissimi e meravigliosi, riproducenti (o comunque ispirati) appunto all’atto sessuale.
Un luogo che solitamente “annoia” gli studenti apre quindi le porte all’insegnamento del sesso.
Offriamo a tutte le scuole della Gran Bretagna – ha annunciato Fischer – un programma di educazione sessuale e di relazioni sessuali, nel quale gli studenti potranno partecipare a laboratori e seminari per apprendere la storia del sesso e il significato di identità sessuale attraverso i secoli, utilizzando gli oggetti del museo per analizzare problemi contemporanei. Le scuole partecipanti al progetto discuteranno di erotismo e pornografia, omosessualità e bisessualità, consenso e immagine del proprio corpo, con l’aiuto di preziosi reperti storici provenienti dall’antico Egitto e dall’antica Grecia, dalla Mesopotamia e dal Giappone, dalla cultura Azteca e cinese.
E in effetti i pezzi che compongono la particolare esposizione sono davvero pregiatissimi e alcuni decisamente antichi: si parla, ad esempio, della Warren Cup, una coppa dell’era romana che il museo ha acquistato per 1 milione e 800 mila sterline, bandita da un’esibizione negli Stati Uniti perché giudicata troppo esplicita; oppure della Ain Sakhri, una scultura trovata in una grotta del deserto della Giudea che risale a 11 mila anni fa, considerata la più antica rappresentazione di un rapporto sessuale; ci saranno, inoltre, delle opere della mostra ‘Shunga: sex and pleasure in Japanese art‘, i cui protagonisti sono sacerdoti buddisti che seducono novizi, donne che si procurano piacere reciprocamente e coppie con un apparato genitale esageratamente grande.
Che ne pensate, vorreste una mostra del genere anche nel nostro Paese?
Ain Sakhri
La scultura risale addirittura a 11 mila anni fa, ed è considerata la più antica rappresentazione di un rapporto sessuale.
Warren Cup
Si tratta di una coppa dell’era romana acquistata dal musoe per la cifra di 1 milione e 800 mila sterline, messa al bando da un’esibizione negli Stati Uniti per le immagini esplicite che contiene.
Un set giapponese di "gratificazione sessuale"
Risalente al XIX secolo, la scatola contiene sei dildo e supporti per il pene, ed era usata dalle donne giapponesi come strumento di piacere british museume autoerotismo.
Anello da pene
Sembra incredibile, ma l’anello da pene era usato dal popolo Kayan, una minoranza etnica della Birmania, nel 1800.
Acchiappasogni
Le campane, agitate dal vento, dovevano tenere lontani gli spiriti maligni, ma il pene eretto sulla sommità era invece simbolo di buon auspicio e di protezione dal male.
Shunga
Si tratta di illustrazioni e disegni giapponesi in cui si vedono sacerdoti buddisti che seducono novizi, donne che si procurano piacere reciprocamente e coppie con un apparato genitale esageratamente grande.
Cosa ne pensi?