La tradizionale fasciatura dei piedi cinese, detta anche Loto d’Oro (venerata durante la dinastia Song e negli anni a seguire ma scomparsa con l’arrivo del 1900 ), svanirà presto con le anziane donne ritratte in queste fotografie. Visi di anziane fra gli 80 e i 100 anni, alcune già decedute poco dopo la pubblicazione delle immagini. Per questo motivo la fotografa Jo Farrell (inglese d’origine ma residente a Hong Kong), attraverso il progetto fotografico Living History: Bound Feet Women of China, ha voluto raccontare la storia del bendaggio a cui esse sono state sottoposte in tenera età. La pratica del Loto d’Oro ha radici antiche e, secondo la tradizione cinese, si è sviluppata intorno al 900 d.c. fra le concubine imperiali per poi diffondersi anche fra la popolazione.
Le altre culture pensano al bendaggio dei piedi come a una barbara tradizione senza pensare davvero al significato culturale e al contenuto sociale. Gli standard di bellezza cambiano in base alle varie culture. Possiamo guardare le altre società e non essere d’accordo con il loro modo di fare ma è proprio ciò che ci rende diversi. Dobbiamo abbracciare e celebrare le differenze.
Ha spiegato la fotografa al magazine People riguardo il suo progetto fotografico. Un progetto che l’ha portata a viaggiare attraverso la Cina, in aree remote e terreni agricoli ancora rurali, alla ricerca delle ultime sopravvissute di questa crudele e allo stesso affascinante tecnica.
Io, come la maggior parte delle persone, avevo dei preconcetti su cosa fosse il bendaggio del piede, come poteva sembrare e il perché veniva fatto. Ora invece sono riuscita a capire meglio e mi ha portato a fare ulteriori ricerche sul come e il perché le donne alterano il loro corpo per risultare più attraenti.
Ha continuato a spiegare Jo Farrell, 45 anni. Attraverso questo progetto, la donna ha inoltre compreso quanto questa tendenza storica non sia poi tanto lontana dagli interventi di chirurgia plastica che vengono ora svolti nel ventunesimo secolo.
Voglio che le persone conoscano le storie di queste donne prima che sia troppo tardi, affinché riescano a vedere oltre ai piedi.
Ha affermato la fotografa sempre al magazine People. Un vero e proprio excursus, quindi, quello di Jo Farrell per capire meglio la remota cultura orientale e allo stesso tempo omaggiarla. Ma da dove deriva davvero il nome Loto d’Oro? Simbolo di bellezza ed eleganza indiscussa, il nome singolare di questa particolare fasciatura è dovuto all’andatura precaria che le donne sottoposte a questa pratica assumevano nel corso della vita. Loto come il fiore e il suo movimento oscillante sull’acqua, oro come la ricchezza e la fortuna che avrebbe portato. Fino agli inizi del 1900, le donne venivano iniziate a questa pratica fin da bambine, prima che il piede avesse la possibilità di svilupparsi appieno, in un periodo che andava dai 4 fino ai 9 anni. Possedere un piede piccolo, nell’antica Cina maschilista, non solo aiutava una donna a contrarre un buon matrimonio e a innalzare il proprio status sociale ma dimostrava inoltre un’estrema sottomissione all’uomo.
I piedi di Yang Jinge
Yang Jinge è una delle tante vittime della procedura del Loto d’Oro.
I piedi di Cao Mei Xing
Anche Cao Mei Xing, ora di 87 anni, in tenera età è stata sottoposta a questa crudele pratica. Il Loto d’Oro era una pratica molto dolorosa poiché il piede, anche se fasciato, non smetteva di svilupparsi, crescendo così in modo totalmente deformato. Dopo averle immerse in erbe calde e sangue animale, le fragili dita delle donne veniva ripiegate verso la pianta del piede e successivamente legate con delle bende di cotone.
I piedi di Zhao Hua Hong
Zhao Hua Hong è un’altra testimone della brutalità della pratica del Loto d’Oro. La donna ha raccontato alla fotografa Jo Farrell quanto, durante la sua giovinezza, fosse diffusa questa pratica. Spesso erano le donne stesse a non volerla praticare, questo perché avrebbe garantito loro uno status sociale più agiato oltre che un matrimonio con un buon partito.
I piedi di Shi Yu Hong
I piedi di Su Xi Rong
Secondo il racconto di Su Xi Rong, la pratica del Loto d’Oro veniva fatta da persone estranee alla famiglia. Il perché di questa scelta si basa sulla paura che le madri bendassero troppo morbidamente i piedi delle figlie per non farle soffrire troppo (dolore invece necessario per bloccare la crescita del piede).
I piedi di Zang Yun Ying
Durante i primi tempi, la pratica della fasciatura dei piedi era indicata solo per le figlie della popolazione più agiata ma ben presto si diffuse anche fra le famiglie più povere nella speranza di un futuro migliore per le proprie fanciulle.
I piedi di Zhang Xiu Ling
Zhang Xiu Ling (nata nel 1927 e deceduta nel 2010) è un’altra delle vittime sottoposte alla fasciatura dei piedi.
Una tradizione barbara che non è scomparsa prima del 1950
Le scarpe di Su Xi Rong
La fotografa Jo Farrell ha inoltre chiesto alle donne che hanno collaborato a questo progetto di mostrarle le scarpe che erano (e purtroppo sono ancora tutt’ora) obbligate a indossare per mantenere il piede di piccole dimensioni.
Su Xi Rong, 75 anni
Cao Mei Xing
La donna raffigurata nella foto è Cao Mei Xing, morta nel 2013, e anch’essa portava sui propri piedi il simbolo della cultura maschilista della Cina antica. Numerosi sono stati i tentativi per bloccare questa grottesca pratica: bandita nel 1911, in molte zone rurali cinesi ha continuato a sopravvivere fino al 1949. Ai giorni nostri tale tecnica è bandita e in Cina solo il termine Loto d’Oro è considerato un simbolo discriminatorio.
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